Butch Ryan non è al suo esordio. Ha già registrato due dischi a suo nome:
Unknown e
Honeylove. Ma è con questo terzo album, inciso assieme ai
Groovy Cool, che il cantautore della Florida è uscito allo scoperto e si sta facendo un nome, sopratutto in Inghilterra. Sarà che proviene da Tampa, come il suo conterraneo
Ronny Elliott, ma Ryan ha affinato le unghie e da cantautore come tanti altri, si è mutato in rocker. E sono le canzoni di
Wishing on the Stars a fare la differenza.
Dalla fiera title track, che rimane in mente dopo un solo ascolto, al folk rock di impronta dylaniana (l'armonica)
April's Lips. Groovy Cool:
Butch Ryan, voce solista, armonica, chitarre varie,
Jay Barnett, seconda voce, chitarra solista,
Chris Ryals, basso,
Nino Perkola, batteria. C'è una connessione con Ronny Elliott, si tratta di
Steve Coleman, che fa da sideman nell'album ed aiuta Butch nella produzione. E Ryan conferma che la Florida, soprattutto la parte a Nord, da Tampa a Jacksonville, è una zona dove abita il vero rock and roll.
Wishing on The Stars contiene una serie di canzoni dal tiro diretto, che potrebbero tranquillamente diventare dei classici dal vivo (ma il gruppo ha per ora solo un culto locale) amche perché non si scrivono tutti i giorni canzoni come
Wishing on the Stars o la travolgente
Mona Lisa Marie, dal ritmo veloce e dalla melodia insinuante. E se le canzoni che ho citato non bastano, ascoltate la verace
Some Kind of Boyfriend, che ha un riff di chitarra coinvolgente, oppure
None of the Above, intro acustico, basi folk rock.
In America lo chiamano Heartland rock, musica della terra fatta con il cuore, e la finale
Little Firecracker potrebbe fungere da canzone manifesto del disco, per la sua onestà di fondo. Rock and roll is here to stay.