Calvin Russell è uno di quei songwriter fuorilegge che, proseguendo la tradizione, si pone sulla scia di altri famosi outlaws americani come Townes Van Zant, Willie Nelson, Steve Earle. Nato nel 1948 ad Austin, Texas, Calvin ha un'infanzia povera e difficile che lo porta a vivere "dalla parte sbagliata della strada" e che un po' alla volta gli garantisce, suo malgrado, una discreta consuetudine all'arresto, tanto che a ventuno anni festeggia il suo compleanno in galera per aver rapinato un negozio. Anche dopo la scarcerazione i problemi con la legge continuano.
Resta comunque intatto il suo grande amore per la musica che gli aveva fatto scoprire la chitarra sin da giovanissimo e a tenere con sé un demo tape con ventidue canzoni di "produzione propria" da far ascoltare a tutte le persone che considerava importanti. Nel 1989 ne esce così un contratto con la New Rose e da lì una serie di album di studio quasi sempre di ottima fattura. Artista amatissimo in Europa, in grado di mescolare il country, il rock ed il blues in un amalgama che costituisce spesso il "paesaggio sonoro" perfetto per le sue storie cariche di amarezza, polvere e violenza;
Calvin Russell esce ora, quattro anni dopo l'ultimo lavoro di studio
Rebel Radio, con questo nuovo
In Spite of it All.
Si tratta di un disco pervaso di elettricità, nervoso e ricco di energia che gode di una buona ispirazione, si sentano a questo proposito due rock songs da favola come
Voodoo River e Just like L. A., con nei solchi gli Stones di Sticky fingers e lo Steve Earle di Exit V, oppure la title track che è una ballata elettrica epica e dalla stupenda linea melodica. C'è tutto lo spazio per dimostrare anche una capacità di scrittura non comune, ben testimoniata in
Oval Room e Over and Over, ma è nel modo di raccontare le sue storie, con un suono secco e asciutto, quasi spietato, che Russell colpisce l'ascoltatore, confermando così una fiera autenticità, sempre vissuta sulla propria pelle.
Ecco, probabilmente la cosa che più caratterizza la musica di Calvin Russell è questo: il bisogno assoluto di mostrarsi per quello che è, senza possibilità alcuna di cambiare le carte in tavola, o di riuscire a far calcoli, con quella voglia di colpire in faccia chi ascolta, con tutta la cruda sostanza della sua musica e della sua bellissima voce.