Con l'avvento del CD, sono aumentate a dismisura le etichette indipendenti. E con l'avvento del masterizzatore, sono aumentate a dismisura le autoproduzioni. Chi ha un disco e non riesce a pubblicarlo oppure non vuole sottostare a ricatti di nessun genere, oppure vuole essere indipendente ad ogni costo, come ultima scelta, ha la masterizzazione privata e l'autodistribuzione. È il caso di questo interessante CD. La band,
Rust Kings, proviene dalla West Virginia, ed è guidata da
Allan Sizemore, 28 anni, grande fan di Neil Young, Steve Earle e Tom Petty.
E, come nel caso del disco precedente, anche questo lavoro palesa le radici della band. Sizemore descrive la sua musica come
Rural Roots Rock e suona tutto, dalla batteria all'elettrica, dal basso ai controcanti, in questo suo lavoro d'esordio. L'autoproduzione e la registrazione casalinga non inficiano un album interessante. E fuor di dubbio che Allan Sizemore ha talento: altrimenti non avrebbe potuto portare a termine un lavoro di questa qualità.
Malgrado qualche piccola ingenuità il disco mostra un autore in crescita che, con più soldi ed uno studio a sua disposizione, potrebbe sicuramente fare un salto qualitativo. Per ora comunque gustiamoci le sue canzoni: piccoli acquarelli, elettrici ed acustici, che richiamano la campagna e la città, la vita di ogni giorno, le ferrovie....
Ticket dà il via, con un brano in cui sonorità elettriche ed acustiche si fondono, richiamando decisamente
Neil Young: anche la voce ricorda in parte il canadese. Nei cinquanta minuti abbondanti il lavoro lascia uscire allo scoperto altri brani di notevole impatto.
L'elettrica
American War Story, dove la chitarra lavora di fino; la country rock (ancora Young)
Home, dalla linea melodica intrigante; la dura
Head of James, la folkeggiante
Bitter Bones; l'amara
Devil's Mind, sino a
Gallows and Guns che rocca alla grande.