Dopo l’ottimo album di esordio prodotto dalla coppia
Doug Sahm e
Clay Blaker pubblicato nel 1999 e in attesa del prossimo lavoro in programma all’inizio del 2004, segnaliamo questo brillantissimo “
Live At The Son’s” per Ed Burleson, uno tra i talenti della scena country texana. Ed propone una musica rigorosamente fedele agli stilemi del suono texano, interpretata con una intensità e una passione di grande livello.
Honky tonk, country shuffles, una spruzzata di cajun, swing e blues fanno parte del repertorio incluso in questo live inciso al Son’s Of Herman Hall di Dallas, uno dei templi della musica texana. Questo album farà sicuramente la felicità degli appassionati della country music più vera, quella in cui sono protagonisti assoluti steel guitar (qui nelle mani di
Ray Austin) e twin fiddles (
Heather Woodruff e Thurston Selby), nella più tipica tradizione del Lone Star State. La sezione ritmica sostiene in maniera precisa ed efficace il protagonista ed è formata da
Richard Burleson (il padre di Ed) alla batteria e da
Jerry Abrams al basso.
Joe Degelia, pregevole chitarrista solista e
Andie Kay Joyner alle armonie vocali completano una band molto compatta.
Passando al repertorio possiamo goderci ben dieci composizioni firmate da
Ed Burleson (solo una ripresa dal disco di esordio “
My Perfect World”, la bella “
Closin’ Time”) e sei covers, per un totale che supera l’ora di musica. Le prime si segnalano per uno spirito fresco e frizzante in cui il senso della melodia di
Ed Burleson conferma il suo status paricolarmente felice. “
Come On Home”, “
Sorry For Nothin’ But You” (scritta con la fidddler Heather Woodruff), “
Girl On The Bay”, “
Bitch And Moan”, “
Whole Lotta Gottas” e la conclusiva “
Rodeo Song” hanno il piglio della migliore country music texana.
Tra le covers ci sono due notevoli composizioni di Johnny Paycheck, “
A 11” e la blueseggiante “
11 Months And 29 Days”, la bellissima “
Rainy Day Woman” di Waylon Jennings, il classic cajun “
Big Mamou” e “
There Stands The Glass”. Chi ama la country music priva di qualsivoglia intrusione pop troverà in questo “
Live At The Son’s ” pane per i propri denti in un album che trasporterà l’ascoltatore nel cuore pulsante del Texas.