In Texas deve esserci qualcosa di molto particolare nell’acqua oppure nell’aria, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui questo stato continui a sfornare un talento dietro l’altro.
Ben Atkins Band è il nome di un gruppo molto recente (si è formato all’inizio del 2000) creatosi attorno al suo leader,
Ben Atkins (nato in quel di Henrietta, TX ed ora residente a Lubbock, TX), che ha voluto con sé il fiddler Ryan Phillips (Archer City, TX), il batterista Aaron Shepard (Geronimo, OK), la bassista April Richards (per la quale le informazioni biografiche mancano completamente) ed il chitarrista e mandolinista Jedd Hughes (Quorn, Australia). Nel giugno 2000 Ben ha inciso un demo con una decina di brani scritti da lui e lo ha distribuito a parenti ed amici, secondo l’iter della promozione verbale (soluzione quasi imposta da un budget solitamente piuttosto contenuto, quando si parla di newcomers).
Tutti hanno apprezzato il prodotto e nel mese di Settembre dello stesso anno Ben viene presentato all’onnipresente produttore texano
Lloyd Maines, che lo convince ad entrare in studio per registrare un singolo contenente
Country Girl Angel e
Take Me Home (entrambi i brani saranno poi compresi in questo CD di esordio, insieme ad altri dieci pezzi).
Il progetto viene subito coronato dal successo ed il disco ottiene la meritata esposizione radiofonica nella zona di Dallas, San Angelo, Lubbock, Wichita Falls e Stephenville, fino ad arrivare sul nostro tavolo redazionale (perifrasi quanto mai professionale per indicare una qualsiasi superficie libera dal caos che alberga costantemente nel mio studio), dove un disco ‘made in Texas’ non può passare inosservato ed inascoltato. Oltre quarantotto minuti di grande Texas country music sono un eccellente viatico per chiunque; se poi l’artista/la band di turno è alla prima prova discografica, tanto meglio.
La
Ben Atkins Band accoglie alcuni blasonati session-men per il suo esordio: Paul Pearcy alla batteria, Glen Fukunaga al basso, Mike McAdoo alla chitarra elettrica ed armonie vocali, Bob Smith al basso, Mark Murphy alle armonie vocali, Jessica Murray alla voce solista (nel brano
Your On My Mind duetta anche con Ben) e corista, per concludere con l’infaticabile ed onnipresente Lloyd Maines alla pedal steel, chitarra acustica e dobro.
Le danze si aprono con
Texas Ranger, un brano che è tutto un programma e che potrebbe essere sigla degnissima della serie televisiva
Walker Texas Ranger, piuttosto che il tema attualmente utilizzato, ma non divaghiamo oltre. Ben canta con una grande voce, 'texana' fino all’inverosimile ed altrettanto personale. La band lo segue docilmente e apprezzo particolarmente il modo di suonare la batteria di Aaron Shepard, utilizzando spesso anche il bordo metallico dei tamburi.
Jedd Hughes si fa sentire nell’assolo centrale di chitarra elettrica ed altrettanto fanno Ryan Phillips (fiddle) e Lloyd Maines (dobro): grande inizio.
Country Girl Angel è il singolo che ha generato tutto e si rivela una classica ballatona country, introdotta da un altrettanto tradizionale fiddle, subito doppiato dalla bella voce di
Ben Atkins, ben supportato dalla steel del solito Maines.
Get Up And Go concede qualcosa di più alla chitarra elettrica di Jedd Hughes, ma il suo contributo è sempre ben calibrato e comunque gradevolissimo; belli anche gli impasti vocali nel ritornello.
La title-track, introdotto da pochi e volitivi tocchi di lead guitar, si apre in forma di ariosa ballata elettroacustica che si avvale delle armonie vocali della brava Jessica Murray. Riflessione sulla natura delle cose quotidiane, date quasi per scontate, ma che rappresentano invece l’essenza più incontaminata della provincia del sudovest americano (ma non solo) che fornisce l’humus imprescindibile per la ‘nostra’ musica.
Logicamente non potevano mancare le citazioni di prammatica per Bob Wills e per la sua signature-song San Antonio Rose.
My Texas Dream usufruisce dello stesso intro di fiddle che già aveva abbellito
Country Girl Angel e molto ha in comune con questa ballata: luoghi comuni di canne da pesca, bambini dodicenni liberi da impegni scolastici ed il sogno inconfessato di una ragazza da amare. Con la già citata
Your On My Mind raggiungiamo uno dei momenti più alti di questo grande CD.
La lezione del ‘nuovo corso texano’ (
Roger Creager, Owen Temple, Cory Morrow, Ed Burleson e qualcosa di
Pat Green) è stata imparata davvero bene da
Ben Atkins ed il concentrato di questo filone sta tutto in questo brano. Altro apice di questo album è rappresentato da un irresistibile shuffle dall’intrigante titolo
Honkey Tonk Life, impreziosito da un fulgido lavoro di pedal steel guitar (ancora Maines), chitarra elettrica (Jedd Hughes) e fiddle (Ryan Phillips), mentre la voce di
Ben Atkins ha comunque diverse cose da insegnare a molti esordienti e non. Da non dimenticare poi assolutamente la delicata ballata acustica che chiude il disco.
A Cowboy’s Life è la tenera elegia della vita semplice e dura, tipica degli allevatori che conosciamo con la romantica denominazione di ‘cowboys’, ma che spesso è stata eccessivamente edulcorata dall’immagine cimatografica che è arrivata fino a noi. Sale
Barn Nights, Huntin’ Here In Texas (il mandolino fa faville in mano al nostro Aussie),
Take Me Home e
Gunslinger rappresentano ulteriori vividi esempi di grande honky-tonk Texas sound e non possiamo che ripeterci sostenendo che, se questo è l’esordio, il futuro della
Ben Atkins Band si presenta decisamente promettente.
Un’altra stella si è accesa nell’immenso firmamento texano, quella della
Ben Atkins Band.