BRUCE ROBISON (Long Way Home from Anywhere)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  31/01/2004
    

Nuovo album per Bruce Robison, cantautore texano di Bandera dalla voce calda e rassicurante, il terzo della carriera avviata quattro anni fa, escludendo la ristampa abbastanza recente del suo secondo Wrapped. Pur non essendo strepitoso né tale da farci gridare all'exploit, è una proposta più che buona, rappresentativa di quel tipico country texano, veicolo di varie contaminatico, che non smette mai di piacerci.
Abbastanza semplice nella strumentazione ma non per questo povero o disadorno, tutt'altro invece,è un invito naturale all'ascolto e alla sua comprensione. Drivin' All Night Long è una bella e scorrevole road song, col suo inevitabile carico di tristezza, che si sviluppa in un crescendo chitarristico, Just Married, certamente più ottimista, è una deliziosa ballata alla Robert Earl Keen, che evidenzia il lavoro del violino. Red Letter Day, già sul primo disco di Bruce, è un pezzo sostenuto e arrembante, proprio niente male.
Tavelin' Soldier, pure proveniente dal primo lp, è un'altra interessante ballata, una delicata storia d'amore che ha per protagonista un soldato che cade nel Vietnam: da apprezzare il contributo vocale di Kelly Willis, che ricordiamo essere la moglie di Robison, dolcissimo il break strumentale. What Do You Think è uno dei momenti migliori della raccolta, una deliziosa e intensa canzone sentimentale dal ritornello davvero bello, che sfoggia un avvincente duetto strumentale fisarmonica/steel guitar. Anymore Good Lovin ha un'andatura simpatica e divertente, con Kelly ancora presente nel chorus, Long Way Home From Anywhere, la title track, è un classico country rock, spigliato e scorrevole, dal ritmo pulsante e le chitarre scintillanti, in sostanza ancora un'altra road song.
Ci sono anche delle covers nella circostanza tre, che rappresentano un numero abbastanza elevato rispetto alle sue precedenti esperienze. The Good Life di Joe Dickens è un classico honky tonk di sicura presa, con il suo bel break filo border del violino, Emotionally Gone di Damon Bramlett si concede divagazioni pop, mentre Trouble, la riproposizione di una vecchia canzone ormai dimenticata del leggendario Cat Stevens, più significativa che sorprendente, è il pezzo forte, per via della sua convincente ed impareggiabile costruzione.