REX HOBART & THE MISERY BOYS (Empty House)
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  Recensione del  16/02/2005
    

"Too country to be country", ben detto. E se non ci credete, garantisce per voi la Bloodshot, ovvero quanto di meglio possa ancora offrire oggi il mercato indipendente dell'alternative country. Rex Hobart è un cavallo di razza dell'etichetta di Chicago, che ha tutta l'aria di voler mantenere in vita certe tradizioni. Di questa predisposizione se ne è accorto anche il quotato Pete Anderson (già con Dwight Yoakam), che ha prodotto il precedente Your Favorite Fool. Insieme ai Misery Boys, un nome che calza a pennello per una country band old style come la sua, Hobart propone un catalogo di honky tonk songs e country rock dai ritmi cadenzati.
Nel cuore il ricordo di Buck Owens, Merle Haggard (basta sentire l'apertura con The Good Ain't Gone e Every Night I Leave You In My Mind) e Johnny Paycheck (di cui riprende It Won't Be Long And I'll Be Hating You), nella voce baritonale un pizzico di Texas, anche se la formazione è originaria di Kansas City. Empty House è già il quarto lavoro a ricevere il sostegno della Bloodshot, la quale pone giustamente l'accento sulle dinamiche fuori tempo di questa musica: un suono "conservatore", che invece di chiedersi come diventare più appetibile per il pubblico dei teenagers, resta fedele ai comandamenti del genere. Rex Hobart rischia a questo punto di passare per un altro nostalgico, ma quando si tratta di pagare omaggio alla tradizione la prima regola è il rispetto.
I Misery Boys sono perfetti nel ruolo: J.B. Morris (chitarre di ogni tipo, cori) e Solomon Hofer (pedal steel, dobro, armonica) scorazzano in lungo e in largo con una devozione verso i maestri che non lascia dubbi, mentre il violino dell'ospite Betse Ellis aggiunge di tanto in tanto una nota rurale al suono della band. Nel novero dei tanti seguaci attivi nel circuito americana, penso a gruppi come BR5-49 o Star Room Boys, a interpreti come Paul Burch o Roger Wallace, Hobart tende forse a ripetersi con troppa insistenza sulle stesse tonalità: Empty House calca la mano soprattutto su morbide ballate come Don't Make Me Break Your Heart, I Don't Like That Mirror, Empty House Dawn And Twilight, Let's Leave Me, brani eleganti quanto si vuole ma che giocano sempre sulle stesse figure retoriche delia country music.
Le conosciamo tutti molto bene: amori infranti, cuori spezzati e tanta solitudine. Nessun rimprovero su tali scelte, anche perché il clima ricreato dai Misery Boys è una piacevole compagnia per chiunque abbia a cuore certe sonorità. Ogni tanto sarebbe necessario però un cambio di marcia: Rex Hobart fa dei tentativi, pochi a dire il vero, che sono invece la dimostrazione delle sue qualità di autore. I Just Lost My Mind e Heartache To Hide, per esempio, un'accoppiata country-rock sbuffante con contorno di armonica che richiama le migliori prove di Dwight Yoakam.