REX HOBART & THE MISERY BOYS (Your Favorite Fool)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  26/02/2004
    

Gran bel disco questo di Rex Hobart and The Misery Boys. Giunto al terzo lavoro, dopo i precedenti Forever Always Ends del 1999, e Spectacular Sadness of...del 2000 (sempre editi via Bloodshot), questo musicista centra la sua prova più convincente grazie anche al ruolo non indifferente giocato dalla produzione di Pete Anderson, che già dovreste ben conoscere per aver giocato un ruolo non di poco conto nella carriera di Dwight Yoakam, ma anche produttore di gente quale The Backsliders, The Blazers, Rosie Flores, The Black Velvet Band (citiamo a memoria). E probabilmente chissà quanti altri che sfuggono in questo momento. Ma mentre Dwight ha un talento fuori dell'ordinario, lo stesso non può dirsi per Rex Hobart che per quanto volenteroso non ha gli stessi numeri al suo arco.
Ma le cose cambiano con questo disco che potrà costituire graditissima sorpresa per i fan di certa musica americana di chiara derivazione country rock. Il disco centra il bersaglio fin dalle prime note dell'ottima You've got some cheating to you, e se lo stupore iniziale può far pensare ad un "tanto poi rientra tutto nella norma", la sorpresa continua con la title track che si rivela canzone di eccellente fattura con un'accordion (suonata da Skip Edwards). Take it back (Before you mean it), è una grande ballata di quelle che sono destinate a tornare con frequenza nel lettore cd. Detto che Gotta get back to forgetting you, non lascia il segno, la seguente Golden Ring si avvale della voce di Kelly Hogan (qualcuno ricorda una band chiamata The Jody Grind?
Autori di un paio di album dei quali vale la pena di ricordare l'interessante One man's trash is another man's treasure del 1990, ma poi anche collaboratrice dei Waco Brothers, solo per citare qualcosa della sua carriera) che impreziosisce una song sicuramente valida. I don't feel it anymore è uno speed tempo con una slide in sottofondo che la rende fruibilissima. Promise to be honest torna a rallentare il tempo, costituendo la classica slow song da ballare stretti stretti alla propria compagna/o.
Le ultime canzoni Let's just call it love, Another bad habit of mine, e l'ottima I should be gone by now, confermano la validità di un lavoro decisamente sorprendente. Non lasciatevi scappare di ascoltare un valido esempio di musica americana, tradizionale quanto si vuole, ma suonata con feeling e classe. Quella vera.