Hotwalker è il disco più ambizioso di
Tom Russell. Un viaggio a ritroso nella memoria e nella storia dell'America, di Los Angeles in particolare, attraverso ricordi e testimonianze, voci di personaggi che ne hanno fatto parte e canzoni che rievocano un periodo. Russell fa una sorta di cavalcata attraverso la sua gioventù, i luoghi dove è cresciuto, la musica che ha ascoltato, i personaggi che ha conosciuto, i musicisti che ha visto. Un viaggio affascinante, pieno di rimembranze e di suoni, che coinvolge anche personaggi del calibro di
Charles Bukowski, Jack Kerouac, Lenny Bruce, Harry Partch, Edward Abbey, Reverend Hoover, Virginia Brown.
Le voci di questi personaggi si ascoltano nel corso del disco che, più che cantato, è narrato da Tom stesso. Inoltre, oltre a parlare per più di cinquanta minuti (il CD ne dura settanta), Tom usa anche la voce del nano, speaker radiofonico, uomo di spettacolo
Little Jack Horton a livello di testimonial. Un disco che affascina per la sua curata rievocazione, per l'uso della voce profonda di Russell, sempre sostenuta dalla musica, per la manciata di canzoni splendide ed evocative che ne segnano il percorso, ma anche un disco che rimane in parte indigesto, a noi che non siamo di madre lingua inglese, per il troppo parlato, per gli interventi sin fastidiosi di Horton, che ha una voce fessa, e per certe lungaggini che ne compromettono l'ascolto finale.
Russell entra nella sua vita, ripercorre i giorni di quando era ragazzo ed era solito andare a Tijuana alla ricerca di donkey shows, anche da ubriaco (cose che si fanno da ragazzi, qui da noi magari si andava a puttane, lì le cose erano più sofisticate), poi rivive la scoperta della musica, dell'arte, della letteratura, del cinema ed i rivolgimenti continui della società Usa, che peggiora di anno in anno la sua evoluzione. Intervengono dei testimoni nel corso di questo viaggio nella controcultura americana, ci sono le voci di Bukowski, Bruce, Partch, Kerouac, ma anche di
Ramblin' Jack Elliott, uno che già nella seconda parte degli anni cinquanta era già un protagonista, e
Dave Van Ronk, l'uomo che ha insegnato tutto a Dylan.
Russell scopre i Beatles, vede Dylan e Buck Owens nello stesso anno poi fa intervenire il nano del circo Little Jack Horton che rievoca gli anni cinquanta, la figura di Bukowski, il burlesque, ed i momenti folli passati assieme allo scrittore meno allineato d'America. Attorno ci sta la musica : il country, il folk, quella messicana, le canzoni del border, la fisarmonica, le telecasters, il country & western, i vestiti di Nudie. Un viaggio nella memoria, un disco amibizioso che sicuramente soddisferà coloro che sono in grado di capire tutto.
E poi ci sono canzoni come
Grapevine, Woodrow, America The Beautiful che potrebbero da sole valere il biglietto, oppure l'assolo di sax nella notte
Honky Jazz. Molto bella l'immagine di
Kirk Douglas, interprete di quello che molti considerano l'ultimo western della storia del cinema, Solo sotto le Stelle, che muore su un'autostrada, solo nella notte. Come la cultura Americana.