Stuart Rosh proviene dalla California. Ha registrato il disco ad Half Moon Bay, una località dove memoria storica e grande musica sono di casa. Ed ha assorbito in parte la magia di quel luogo.
Accept No Imitations è il suo disco d'esordio, segnalato dalla rivista
Paste come una delle pubblicazioni migliori dello scorso anno. Un disco di spessore che mostra un musicista eclettico, capace di passare senza tentennamenti dal folk al blues, dal country al rock, dotato di una buona voce ed in grado di scrivere canzoni di una certa sostanza.
Quello che manca forse a Rosh, che comunque ha tutti i numeri per emergere, è la contintuità ed una certa quadratura del cerchio. Spesso dispersivo,
Accept no Imitations oppure
California 99, sa però scrivere canzoni di qualità come il country rock
Tobacco Road, nostalgico ed evocativo, oppure
Love Comes Ashore, che apre in modo perfetto il disco. La pedal steel di
Scott Appleton è la protagonista del disco, come conferma la fluida
Sweet and Loving Bride, mentre il resto del gruppo è formato dal fiddler
Sue Draheim, dalla ritmica di
Noah Appleton (batteria) e
Dave Coltrarar (basso).
Il suono è l'arma vincente della band che sa esprimersi sia nell'ambito del country più classico (
Sweet and Loving Bride), che nel rock (
Good Luck) come nel blues (
Route 666). Un buon disco di pura Americana. Niente di più, ma neppure di meno. D'altronde quando uno scrive una ballata folk rock dello spessore di
When The Words Won't Come, gli si può perdonare anche qualche piccolo errore. La stoffa c'è.