Warren Zevon, 48 anni appena compiuti, č un iconoclasta. Letterato, satirico, ossessionato dalla violenza, pianista eclettico, musicista in grado di scrivere brani rock duri come la roccia e ballate di grande spessore melodico, Zevon si č guadagnato un posto tutto particolare nella storia della nostra musica.
Ha inciso tredici album, esordendo come solista nel '69 con l'immaturo «
Wanted dead or alive», ma si č conquistato un posto al sole iniziando dal secondo lavoro, «
Warren Zevon», prodotto da Jackson Browne nel '76, e continuando con il seguente «
Excitable boy» ('78).
La sua carriera ha proseguito poi tra alti e bassi, tra grandi canzoni e momenti di scoramento dovuti al troppo uso di droga ed all'abuso di alcol: malgrado tutto i suoi dischi, anche se poco riusciti (vedi il caso di «
Sentimental hygenie» o «
Transverve city») avevano sempre quella zampata che li innalzava al di sopra della media. Zevon č uno scrittore di razza e un musicista atipico, acuto dal punto di vista delle liriche, geniale nello stendere le note sul pentagramma.
Ultimamente ha lavorato parecchio per il cinema e, soprattutto, per la televisione: ha composto colonne sonore per diversi serials («Drugs wars» di Michael Mann, «Tales from the crypt», «Tekwar» di William Shatner e l'acclamata serie «Route 66») ed ha accumulato una esperienza notevole. «
C'č molta libertą, paradossalmente, a lavorare per la televisione mi hanno sempre detto che il mio modo di suonare la chitarra era troppo eccentrico per i miei dischi e mi hanno fatto incidere brani di chitarra che poi sono stati ascoltati da almeno dieci milioni di persone» ricorda lo stesso Zevon.
«
Multineer», il suo nuovo lavoro, č un disco molto particolare: infatti č stato inciso da Warren a casa sua, nel suo studio personale, e lui si č occupato di suonare tutti gli strumenti. Ci sono un paio di ospiti,
David Lindley e Bruce Hornsby, ma sono usati molto poco (Hornsby, noto pianista, suona la fisarmonica in due brani!): il resto č tutta farina del sacco di Warren. C'č la sua tipologia classica, il suo suono di sempre, meno elettrico che in passato, talvolta scarno ed essenziale, ci sono le sue ballate, tese, urbane, sovversive, satiriche.