Stupore. Si, Escovedo stupisce con «
With These Hands», il suo disco migliore in assoluto. Stupisce perché quando un musicista riesce a distanziare il suo eccellente passato in un mondo totalmente originale, fresco e meraviglioso, è il chiaro segno delle sue doti. È il segno che è stato capace di individuare la propria stella facendone risplendere la bellezza e la brillantezza nella sua totalità.
Il suo intenso e spesso travagliato passato ora si sta rivelando quale logica trama per il compimento di una delle più significative realtà musicali. Nuns (forse non tutti sanno che hanno aperto per l'ultimo show dei Sex Pistols), Rank & File e Trae Believers le band in cui ha militato prima di presentarsi come solista ed arrivare al suo terzo disco. Un disco capace di trasmettere emozioni, sensazioni e dolori.
È come un qualcosa riguardo alla pioggia o ad una ferita dell'animo che non vuole rimarginarsi o l'apparizione di ricordi carichi di tristezza e di tempi perduti accompagnati dal canto ammaliante ed esperto di chi è stato ovunque e da nessuna parte; Escovedo canta con la sua voce ricca di speranze e paure che pare la stesa voce che nelle personali visioni alimenta le nostre gioie ed i nostri timori.
Il produttore
Stephen Bruton ancora una volta si guadagna parte del credito per avere reso sicuro che ogni nota, ogni suono, ogni vibrazione ed ogni sussurro calzasse preciso al posto giusto e nel momento giusto per il massimo effetto finale. Dalla chitarra di
T. Bone Burnett alle voci straordinarie di Malford Milligan (Storiville) e Jennifer Warnes, dalle percussioni del fratello Pete e della nipote Sheila al violino della sua figlia maggiore, le performances innalzano le delicate emozioni che influiscono e scorrono costantemente in questo album pronfondamente ricco di anima che consacra a chiare tinte il veterano Escovedo come un innovatore con una unica e sincera fusione di stili.