TANGLETOWN (Ordinary Freaks)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  31/01/2004
    

Arrivano da Minneapolis dove, con un solo disco, si sono già fatti un nome, tanto che un loro brano è finito sulla doppia antologia dedicata alla musica delle radici The Best of Alt. Country: Exposed Roots ed edita, a livello nazionale, dalla K Tel. Il leader della band è Seth Zimmerman, nipote di Bob Dylan e cugino di Jakob dei Wallflowers. Ma questo serve più a livello di curiosità, in quanto il disco ha un suono ben poco dylaniano, vicino, casomai, a quello dei Wallflowers, ma con una maggiore attenzione, rispetto alla band di Jakob, rivolta verso la musica delle radici.
Oltre a Zimmerman, voce solista, molto roca e seconda chitarra, gli altri sono Don Arden, basso, Peter Sands, piano e Craig Grossman, batteria mentre la chitarra solista è nelle mani del creativo Johnny Bitenc. L'album è stato prodotto da David Z, Bobby Z e lo stesso Seth Zimmerman. David Z ha lavorato con gruppi come Fine Young Cannibals, Jonny Lang, Big Head Todd and the Monsters, mentre David Z spesso è stato nei dischi di Prince: con gente d'esperienza alle spalle l'esordio dei Tangletown è qualche cosa di più che un semplice prodotto autogestito. Eric Luoma dei Bellwether appare in veste di ospite. L'album ha un suono elettrico e vibrante, con la voce roca di Seth che da un tono particolare alla musica, mentre una robusta chitarra non lascia dubbi in proposito.
Nella ricca scena di Minneapolis la band sta svolgendo un ruolo primario. Il suono dei Tangletown si può definire Midwest sound. una via di mezzo tra roots rock ed il rock più urbano di gruppi come Scott Laurent Band. Martin Zellar. GB Leighton o gli stessi Jayhawks. Le canzoni, dalla solare e pianistica See Right Trough, alle più elettriche Ordinary Freaks e Marygold, danno già l'idea di quello che questi ragazzi sono in grado di fare.
Il disco, uscito in veste dimessa, è stato da poco riedito con una copertina completamente rifatta e pubblicato sulla neonata Zinc di Bobby Z. One Time, assieme al primo brano, si può considerare la canzone guida del disco, con il suo suono elettrico e corrosivo, ma con quelle radici fortemente legate alle tradizioni. Minneapolis è una metropoli musicalmente in espansione, con decine di concerti ogni giorno, una scena ricca, quindi molto combattuta: il solo fatto di riuscire ad emergere è segno di maturità. Poi Seth non ha usato il noto cognome, ma ha preferito basare tutto sulla sua musica, e questo è segno di maturità. Proseguendo l'ascolto si nota che alcune canzoni si assomigliano, ma d'altronde è un peccato veniale che viene sopperito dalla grinta e dal suono decisamente gradevole della band.