Michael Ubaldini non è un novellino. Debutta sulle pagine del Busca ma, come per Eddie From Ohio, la sua storia si allunga nel tempo. Non è al primo disco Michael, ma al sesto. Gli anni novanta hanno tracciato la sua strada con dischi di discreto livello inizialmente:
Mystery Train (1994), venato di rock and roll (Gene Vincent è una delle sue fonti di ispirazione maggiori),
Hidin' From Te Devil (1996) che sposta l'asse verso sonorità Memphis soul e country oriented. Michael ha nel cuore Bob Dylan ed Otis Redding, Elvis Presley e John Fogerty, Rolling Stones, Johnny Cash, Chuck Berry e Hank Williams e la sua musica segue queste fonti di ispirazione.
Naturalmente anche Bruce Springsteen sta nel cuore a Michael e, ascoltando il suo nuovo lavoro, lo si sente in modo palese, ma Ubaldini riesce comunque a personalizzare la sua musica grazie all'introduzione di elementi country e soul che danno alle sua ballate il piglio fiero del cantautore di razza. Se i primi dischi avevano un suono ancora incerto, il nostro comincia a crescere già con
Acoustic Ramble, 1998, si attesta a buon livello con il solido
America Blood, 2000, e si conferma con
Rock and Roll Saloon, 2002. Ma se, dal punto di vista del suono, i dischi precedenti avevano sempre qualcosa che mancava, questo non è il caso di
Avenue of the Ten Cent Hearts. Un disco solido, rock, chitarristico, con ballate potenti e una dose massiccia di musica di livello superiore in cui vengono alla luce tutte le fonti d'isprazione del nostro.
Strumetazione all'osso: Ubaldini, voce, tutte le chitarre, banjo, mandolino ed armonica, Tom Slick, basso, Bob Klonel, batteria, Mick Weiland, batteria. Ci sono anche dei fiati, usati con molta parsimonia e, qui e là, un fiddle ed una pedal steel. Sono le canzoni a fare la differenza, Inizio in sordina con la jazzata e notturna
I'm a Sucker of You che, con il resto del disco, ha ben poco a che spartire. L'album parte in realtà da
Ave of Ten Cent Hearts, una ballatona stradaiola con il Boss nei suoi cromosomi, una linea melodica potente e un ritonello di quelli che ti catturano al primo giro, e non ti lasciano più. Potente, ben suonata, solida: anche Bruce ne andrebbe fiero.
Hard Luck Town è più normale, quasi scontata, ma
Smoke 'n ' Fire mette di nuovo le carte in tavola: intro chitarristo potente, ballata rock dal passo solido, voce ben impostata e coretto femminile ad hoc. Ci vedrei lo zampino di Bob Seger.
Waitin' on a Day mischia influenze country con un ritmo alla Creedence, una steel che si scioglie dietro alla voce ed una canzone che scivola in un baleno.
All The Gardens of Summer è vibrante, sin dalla parte iniziale solo strumentale. Ma Michael ci sorprende ulteriormente con
River of Time, una composizione dalla forte impronta dylaniana, che mischia folk e rock, passione ed ardore, poesia e musicalità: un canzone che non si dimentica facilmente e che cresce, ascolto dopo ascolto. La chitarristica
Bar Band Dues è puro rock and roll senza surrogati, suonato con forza e cantato con il cuore.
Stone Cold Heart è ancora influenzata dal country e la lezione di Fogerty è palese: uso della voce, strumentazione, ritmo dato al brano, violino e chitarre che si mischiano.
Old Time Radio rallenta i toni e ci fa scendere in una atmosfera più soul, ma la splendida
One Thousand Roadblocks mischia la lezione di Dylan (l'armonica) e di Springsteen (la struttura della canzone) in un brano potente, ben costruito, che piace al primo ascolto.
The Words You Speaks unisce le dolcezze della steel guitar ad una ballata interiore, ma dal suono elettrico, mentre
The Dashboard tight si riconsegna alle chitarre elettriche. L'album si chiude in bellezza con
Heart of This Land e la solida
The Hills are On Fire. Se vi manca il rock da strada Americano, se Springsteen registra poco e Bob Seger è ormai un sogno che sta scomparendo, ascoltate
Michael Ubaldini: non lascia nulla al caso, scrive canzoni di spessore e ci mette il fuoco sacro della passione. E non sto esagerando.