BRUCE HENDERSON (Beyond the Pale)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Leggendo la lista degli amici che hanno partecipato al Bruce Henderson Charity Bali nella raccolta di fondi per poter fronteggiare le spese mediche causate da un tumore alla prostata, si direbbe che Bruce Henderson sia uno dei songwriter emergenti più quotati a New York.
L'otto gennaio scorso al Bowery Ballroom hanno suonato per lui Willie Nile, G.E Smith, i 5 Chinese Brothers, Christine Ohlman, l'ex Del Fuegos Dan Zanes, Marshall Crenshaw e perfino Ian Hunter. Il suo The Wheels Roll del 1997 ha avuto buona risonanza tra la critica americana del rock e questo Beyond The Pale non fa che aumentare le sue quotazioni visto l'alta qualità delle ballate contenute e soprattutto l'intensità lirica con cui Henderson le interpreta.
Henderson viene da esperienze coi High Plain Drifters e con gli Hearts and Minds ma è a livello solista che il suo talento è balzato fuori. Chitarrista, cantante e autore di classe. Bruce Henderson è in possesso di una verve melodica e di una ricchezza lirica che lo rivelano come una delle promesse del songwriting americano. Autore di ballate intense dalla solida struttura musicale, che oscillano tra folk, country e rock, Henderson è un cantautore nel senso più puro del termine che lascia sia la canzone, con le sue liriche, i suoi chiaro e scuri, i suoi picchi melodici e le sue pause, ad avere la leadership della sua musica, mettendo in primo piano la voce, la forma della composizione ed i testi, che sono quel misto di realismo e poesia che è prerogativa di chi osserva il rock dalla parte della strada.
Raramente ricorre ali assolo e alle chitarre elettriche (anche se la veste musicale non è striminzita come quella di un perdente folkhero) per drammatizzare il pathos generale perché è con la melodia e con la scrittura che Henderson strappa le emozioni. Ha qualche analogia con Willie Nile. con Matthew Ryan, con Joe Henry ma il songwriting di Henderson contiene in giusto dosaggio il potere della grande ballata urbana e i colori crepuscolari dei cantautori di matrice rootsy.
I titoli delle canzoni sono uno dei mezzi per capire l'universo in cui si muove Henderson, gli spazi ed il tempo (August, Flatlands, Mexico) al pari di una forte capacità descrittiva e di una struttura musicale tra rock di città e strade di campagna, sono gli elementi che caratterizzano un songwriting di contagiosa forza espressiva. Nelle dieci tracce del disco (della durata media dei quattro minuti) è possibile rintracciare una bella fetta di musica d'autore americana, se si ha tempo sufficiente per calarsi in Beyond The Pale e coglierne la sua cristallina purezza.
A quel punto il coinvolgimento emotivo sarà naturale perché Look At You Now suona lieve come una love-song ma è un dramma di ben altro spessore, August è un folk-rock leggero alla I'm on firecon una lap steel ed una sezione ritmica di velluto e Flatlands è una marcetta country-folk con ritmo e fisarmonica alla Mekons. I Wanted To ricorda il modo di affrontare la canzone, basso all'inizio e poi scalata al eieIo, del Jeff Buckley di Grace, in Running Out 0f Light si scorge l'ombra di James Mc Murtry dentro un'atmosfera fascinosamente notturna, Wash it All Away ha qualche somiglianzà con Boxcars di Joe Ely ed infine Mexico esplicita la vocazione stradaiola di queste dieci storie cantate.
L'attitudine on the road di Henderson esplode in tutta la sua fantasia facendo di Beyond The Pale un disco di confine, un disco di ballate tra agglomerati urbani e fughe al Sud. Dieci racconti da leggersi in santa pace nella solitudine dei propri sogni.