I confronti li abbiamo già fatti, il giudizio su di lui l'abbiamo già espresso. Adesso il nostro dovere è di farlo conoscere il più possibile. Perché merita, eccome se lo merita. E la sua nuova proposta, la terza della carriera, è soltanto una conferma. Stiamo parlando di
Kevin Welch, il cantautore del sud entrato subito da qualche anno a questa parte nella cerchia dei nostri beniamini con le strepitose prove «
Kevin Welch» e «
Western beat».
Un musicista giustamente accostato ai nomi di Joe Ely, Steve Earle, Tom Russell, Robert Earl Keen, che non sbagliano un disco neanche a farlo apposta, che sanno essere (soprattutto) interpreti di se stessi immediati e diretti, incapaci di qualunque intermediazione o patteggiamento. Che se non hanno episodi di vita vissuta o sogni da raccontare aspettano. Insomma personaggi che comunicano soltanto ciò che hanno dentro, ciò che sentono e se ne hanno voglia.
Nei cui confronti non si può che prendere o lasciare. In questa sua nuova fatica Kevin ci consegna ancora dieci canzoni di alto livello, vive, appassionate, intriganti, solide. Destinate perciò, pensiamo, a durare.