GREG TROOPER (Noises in the Hallway)
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  Recensione del  30/01/2004
    

Scoperto da Gary Tallent, ex E-Street Band, Gary Trooper è un di quei rari cantautori che solo l'America è capace di produrre. Trooper, malgrado abbia solo due album al suo attivo, malgrado non sia conosciuto al di fuori dei confini del Texas e, casomai, del Tennessee, è destinato ad entrare nell'olimpo dei grandi della canzone d'autore Americana: per ora solo Steve Earle, Billy Bragg e Maura O'Connell lo hanno già scoperto ed interpretato le sue canzoni. Ha un talento fuori dalla norma che lo affianca facilmente a solisti della fama di Steve Earle, Joe Ely, John Hiatt, Ry Cooder ed altri nomi magici che, spesso, hanno costellato queste pagine. Scrive canzoni di grande forza, instant classics, canzoni che uniscono moderno e tradizionale in un pugno di note, che coinvolgono country music e folk irlandese, canzoni fiere, piene di pathos, profonde.
No, non sto esagerando, ma, per contro, sono allibito che un talento di questa portata sia ancora sconosciuto al grande pubblico, decisamente sorpreso. Ci sono decine e decine di dischi inutili che escono ogni settimana, decine e decine di dischi che nessuno comprerà mai e poi, quasi per caso, si viene a scoprire che esiste uno che si chiama Gary Trooper e che fa musica a questi livelli. E, buon ultimo, i suoi dischi hanno una produzione matura ed adulta, che non ha nulla da invidiare a quella delle grandi etichette.
Trooper è un talento, questo la avrete capito, un grande talento. Ha esordito nel 1992, accompagnato dai Flatirons, con il già interessante «Everywhere», dove, per la cronaca, scrive in coppia con Steve Earle «I thought I was dreaming» e con Sid Griffin «Everywhere», per poi abbozzare qualche piccolo classico già da solo, «Up to me», «Blind spot», «Steal away». Ma il salto di qualità lo fa con il suo secondo album, «Noises in the hallway», prodotto da Tallent, che vede in sessione gente del calibro di Steve Earle, Steve Conn, Tammy Rogers ed Harry Stinson, Bill Lloyd, The Roches mentre un trio molto affiatato gli fa da base in tutto il disco: Greg Shirley, Dennis McDermott e Larry Campbell.