JOHN P. STROHM AND THE HELLO STRANGERS (Caledonia)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  30/01/2004
    

Bell'esordio solista per questo emulo di John Mellencamp che proviene dall'Indiana, come il piccolo bastardo. Ma John P. Strohm è un uomo dai mille volti. Infatti, pur esordendo come solista, ha una storia lunga come la fame dietro le spalle. John ha militato nei Dump Truck, ha fondato gli Antenna ed i Blake Babies e, in tempi molto recenti, si è messo a capo dei Velo-Deluxe. Ma non basta: John è anche, part time, uno dei Lemonheads: ha iniziato come batterista ed ora è il chitarrista.
Quindi mille impegni per il nostro e, in mezzo a tanto nuovo rock ecco l'oasi che non ti aspetti: «Caledonia». Infatti questo disco, bello e ben fatto, è il classico prodotto di puro rock americano, con le radici giuste ed i suoni adeguati: la matrice country è forte e ben si inserisce in un tratteggio rock vibrante, in cui steel guitars e ritmica potente vanno a braccetto.
La band, gli Hello Strangers, sono formati, oltre che da Strohm, da: Steve Woods, Dennis Scoville, Mustin Harris, Glen Hicks mentre, tra i musicisti coinvolti nella sessione, troviamo Lisa Germano, Madeline Rivera, Sarah Flint e Ed Ackerson. Del suono, vicino a Mellencamp, si è già detto: ora tocca alle canzoni. Apre «Slip away»: ballata ad ampio respiro, in cui le componenti roots hanno una parte preponderante. Strohm ha una buona voce e la band lo segue in perfetta simbiosi.
Il riff centrale è dannatamente memorizzabile. «Tangelo» è un lento, interiore, quasi folk: gradevole con gusto. «Jennifer and Jean» è la «Jack & Diane» di Strohm: non ha quella fisicità, ma è un rock ben fatto e molto equilibrato. Ancora un brano elettrico, ma più lento, «Someone besides me» ha nell'introspettività il suo punto di forza. «Geronimo's cadillac» è proprio la vecchia canzone di Michael Murphey: John e gli stranieri ne danno una versione elettrica, piena di vitalità, forte dal punto di vista del suono, ben cantata. La componenete country è inferiore a quella rock, ma l'intervento del fiddle arricchisce il già corposo tessuto sonoro.