Quanti cantautori sono stati etichettati come "nuovo Dylan"! Spesso questo però non ha portato fortuna agli interessati. Per
Peter Stone Brown la cosa è diversa, lui può fregiarsi di questa etichetta anche perché la sua voce è incredibilmente simile a quella del grande Zimmerman.
Oltre a questo cè da dire che anche gli arrangiamenti, le strutture dei brani e i testi ricordano molto quelli del grande Bob, e se non fossimo sicuri che nel lettore abbiamo il disco di
Peter Stone Brown potremmo pensare di trovarci di fronte ad una manciata d'inediti usciti dalle session di
Blonde on Blonde.
Questo per dire che, nonostante la palese mancanza di originalità, si tratta di un album molto bello, che contiene brani arrangiati in maniera molto coinvolgente: deliziosa tutta la strumentazione d'accompagnamento, con l'organo presente in quasi tutti i brani, violino, pedal steel guitar, dobro e accordion.
L'album scorre molto bene tra brani che ci sembra di aver già ascoltato: dallo spensierato ritmo di
Matter of the Heart, per poi proseguire con
You Don't Have Close Your Door, passando per la dolce
Here on Hearth, la countryeggiante
Rockabilly Guy e concludendo con la sofferta
Insignificant. E se fosse Dylan sotto mentite spoglie?