TOM RUSSELL (The Long Way Around)
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  Recensione del  30/01/2004
    

Fortunatamente in molti si sono accorti della bravura di questo cantautore, specialmente in Europa, capace di catturare frammenti di vita comune riproponendoli con un gusto ed una attenzione al dettaglio unici, mediante uno stile che, pur inglobando i miti della sua gioventù riconducibili al Bakersfield sound (Buck Owens e Merle Haggard), risulta ormai maturo e personale al punto che molti ascoltatori, critici e musicisti lo ritengono una delle migliori penne in circolazione. Personalmente, uno capace di scrivere un gioiello come «Blue Wing», godrà sempre della mia ammirazione.
Per celebrare degnamente la sua ormai venticinquennale carriera giunge questa sorta di «best» che si differenzia notevolmente dalle altre uscite così etichettate. «The long way around» è infatti un disco molto interessante capace di soddisfare sia il fan incallito che il neofita. Va subito precisato che tutte le registrazioni del cd appaiono per la prima volta, sette sono nuove registrazioni di studio e le rimanenti nove sono dal vivo, più una canzone che è un inedito assoluto, e quasi tutte annoverano la partecipazione di stimati colleghi come Dave Alvin, Iris DeMent, Jimmie Dale Gilmore, Nancy Griffith e Kathy Moffatt. Occorrerebbe molto più del canonico spazio di una recensione per poter analizzare la musica ed ancor più i testi regalatici nel corso degli anni da Tom.
Doverose menzioni meritano ad ogni modo alcuni dei momenti più significativi dell'album. «Big Water», l'inedito, ha quel marchio distintivo che la farà diventare un classico grazie anche all'apporto di Iris DeMent, senza dubbio la nuova regina del country/folk d'autore. La DeMent risulta determinante anche nella riedizione di «Box of Vision». Altro momento topico è la già citata «Blue Wing», uno dei vertici dell'opera creativa di Russell, qui offerta in versione acustica dal vivo in duetto con Dave Alvin: da brividi.
Poi ci sono tutti i classici del suo repertorio: l'immancabile Gallo Del Cìelo, che nessuno comunque sa interpretare come il suo autore (sorry Joe), e i tanti dettagli che hanno segnato la strada di Russell ma sono rimasti marcati indelebilmente, come gli Occhi di Roberto Duran, la Cometa di Haley, la Porta di San Olav e la Strada per Bayamon. Con Russel c'è sempre il bravo Andrew Hardin, chitarrista raffinato con lui praticamente da sempre, a confermare uno dei più proficui e duraturi sodalizi musicali di sempre.