BUCK STORM (Goodbye From Venus)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  31/01/2004
    

Sono in cinque, hanno le radici in Arizona, ma vivono a Los Angeles. Buck Storm, voce chitarra acustica e mandolino, Rob Malenca, voce e chitarre, Joe Mahew, batteria, Jon Payne, chitarra e armonica, Jason Campbell, basso. Pur venendo dalla grande città sono dei roots rockers. Un suono non usuale, con armonie vocali molto sciolte, ed una manciata di canzoni dalle tonalità epiche.
Non c'è grande varietà nel suono di Buck Storm, ma la band ha comunque un suo appeal ed una forza non comune, che si basa sopratutto sulla vocalità di Buck e sulla intensità dell'accompagnamento. Hanno iniziato suonando brani di Johnny Cash e George Jones per un pubblico che voleva ascoltare Duran Duran: irrisi all'inizio ora hanno però un proprio pubblico ed una piccola popolarità. Rispetto ad altri gruppi del settore hanno meno inventiva, ma sanno contrapporre una vitalità fuori dalla norma. Le canzoni hanno tutte un suono carico, dirompente, mai domo e questa è la qualità migliore del gruppo.
E poi ci sono brani che entrano come il rock'n'country Space Age Lodge che ha un ritornello molto piacevole, o l'iniziale Trailer Full of Crosses che travolge con il suo ritmo. Il resto del lavoro, quasi cinquanta minuti, prosegue su queste tematiche, coinvolgendo a piene mani la rabici più classiche e basandosi molto sulla voce di Buck e sulla chitarra di Malenca. Non sono the next big thing, ma sanno farsi apprezzare. Altri titoli degni di nota: Rage of Angels, più lenta, Jesus Saves, Mexico City, dura, El Centro, con echi di confine, Frankie Found Salvation.