DIESEL DOUG AND LONG HAUL TRUCKERS (The Fine Art of Carousing)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Diesel Doug And The Long Haul Truckers sono la creatura di Scott Link, band leader del Maine, di Portland per la precisione. Link è un country rocker che sta a capo di una delle migliori band di alternative country della zona ed ha un suono abbastanza atipico, rispetto al luogo in cui vive. Infatti il Maine è più una zona di jam band, rock band, funk band e beat band ma non di gruppi alternative country. Ma Link è uno tosto e crede in quello che fa e lo dimostra senza mezzi termini. La sua musica è country rock elettrico e pulsante, sulla linea del primo Steve Earle.
Ha già inciso un disco, già presentato su queste pagine, An Angel Not A Saint. La band è formata da: Scott Link, voce e chitarra acustica, John Davison, batteria, Scott Conley, basso, Cartwright Thompson, pedal steel, Charlie Gaylord, chitarra elettrica. Se Steve Earle è il termine di paragone attuale, quello passato è certamente Dave Dudley, il noto cantante country amatissimo dai camionisti.
Difatti quelle di Diesel Doug sono delle pure e semplici truck drivers songs: canzoni perfette da ascoltarsi mentre si guida un camion su una delle autostrade a perdita d'occhio, di cui è costellata l'America. Telecaster e steel guitar la fanno da padroni e se Link ha la voce adatta per la sua musica, Gaylord suona la chitarra con maestria e Thompson è uno steel guitarist che farebbe gola a molti. Un suono solido, elettrico, senza tentennamenti al servizio di canzoni dal piglio fiero, con tutti gli elementi tipici del genere.
Un altro termine di paragone (quando si parla di giovani band bisogna per forza fare dei paragoni), possono essere i Son Volt, anche se la vocalità di Link è all'opposto di quella di Farrar.
Molto popolari nel New England hanno aperto concerti per Old 97' s, George Jones, Steve Earle, Wayne Hancock, Bogmen e molti altri. Le canzoni. Cinquanta minuti di musica saia, robusta, suonata con vigore. Thin White Line, blue collar country, Circles, ballata dai toni meno accesi ma sempre tonica e robusta, Prides Corner, classico country con la steel in evidenza, The Things You Say, più intima a Steve piacerebbe di sicuro, Jesse Rose, chitarristica e decisa, If I'd Shot Her When I Met Her, country spedito e frenetico, I'd Like to Quit Drinkin', inno per bevitori, Because of You, limpida ballata country, Hangin' On, country lament, A Little More, degna chiusura.
Se vi piace il country rock elettrico, pulsante e grintoso, questo disco fa per voi.