LYLE LOVETT Feat. RANDY NEWMAN (Sound Stage) DVD
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  Recensione del  15/01/2005
    

Concerto registrato per la serie Sound Stage anche per il texano Lyle Lovett che, in un'atmosfera elegante e raffinata, rilascia un'interpretazione di grande effetto, davanti ad un pubblico attento e caloroso. Come per gli altri concerti della serie lo spiegamento di mezzi è poderoso, con grande attenzione alle immagini, perfette, garantite da innumerevoli telecamere ed impreziosite da un uso delle luci, in cui predominano toni blu profondi, perfetto per la musica suonata. Lyle Lovett si produce in un concerto non lungo ma molto intenso, in cui da ampio spazio, soprattutto all'inizio, a pezzi incisi per colonne sonore e riuniti nell'album Smile, dello scorso anno, per poi chiudere in crescendo con brani arricchiti dalle voci di quattro coristi speciali.
L'apertura è con la mossa Straighten Up and Fly Away, caratterizzata dal contrappunto dei fiati, poi Lovett annuncia una canzone di Charlie Chaplin ed intona la rarefatta Smile, con un accompagnamento di piano, contrabbasso e spazzole, a cui si uniscono gli archi. Fiati ed archi introducono anche Summer Wind, sottolineata dagli applausi del pubblico, in un arrangiamento da vero crooner e molto sinatriana nelle atmosfere. Quindi viene introdotto il trombettista Mark Isham, uno degli ospiti della serata, per Walking Tall pezzo di Burt Bucharach ed incluso nella colonna sonora di Stuart Little. Poi è la volta di Randy Newman che si siede al piano per il bellissimo duetto di You've Got a Friend in Me, brano che Newman scrisse per Toy Story.
Il pianista intona poi Political Science dal lontano Sale Away e si produce in una vibrante I Think It's Going to Rain Today, addirittura dal suo omonimo esordio, datato 1968, due classici esempi del suo stile particolare e del suo indubbio genio. Lyle Lovett riprende possesso della scena imbracciando una chitarra ed intonando If I Had a Boat, dai tenui richiami country evocati da una languida steel che tesse nelle retrovie. Quindi il concerto decolla definitivamente con l'ingresso di quattro coristi straordinari, tra cui nomi come Sweet Pea Atkinson e Francine Reed. La musica vola sulle note di That's Right (You're Not From Texas) dal ritornello incalzante, magistralmente interpretato dalle quattro grandi voci, con spazio anche per gli assoli di piano e violino. What Do You Do è introdotta dal cantato da brividi di Francine Reed, voce profonda e sensuale, cui risponde alla grande Lovett; il duetto fa faville in un'atmosfera languida e swingante, sorretta da un gran lavoro della Large Band, con i fiati su tutti.
Church è il gospel che stava su Joshua Judges Ruth, strepitoso per il pathos che sanno creare le cinque voci sul palco. È il climax emotivo del concerto e la dimostrazione dell'enorme classe di tutti i musicisti. Quindi Lovett dedica allo scomparso Ray Charles una bellissima What I'd Say, che non ha bisogno di presentazioni, e che è resa vocalmente ancora una volta in modo magistrale. Quando poi parte il coro delle quattro voci extraordinaire a contrappuntare quella del texano si vola di nuovo verso vertici altissimi. Ritorna infine sul palco Mark Isham per impreziosire con la sua tromba, a chiusura del concerto, l'altro gospel I'm Gonna Wait, vera e propria festa per i quattro coristi, scatenati a trascinare il pubblico, ormai festante al ritmo della musica.