PHISH (Billy Breathes)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  30/01/2004
    

Steve Lillywhite che produce i Phish? Orrore e sgomento! Ma no, non spaventatevi, è vero che Lillywhite, noto produttore rock, ha affiancato la band di Trey Anastasio nel suo nuovo lavoro di studio, ma è anche pur vero che i Phish non solo non hanno cambiato una virgola del loro suono, ma, se vogliamo, hanno fatto un disco ancora più coraggioso e, per certi versi, difficile dei precedenti.
L'album più abbordabile ed immediato della band rimane «Rift», per contro «Hoist» è quello più popolare, mentre il doppio «A live one» ha contribuito a rafforzare la loro figura sul mercato. Dopo questi dischi era lecito attendersi un album di facile fruizione, magari addiruttura commerciale, ma «Billy Breathes» non è niente di tutto questo.
Il nuovo album è più avventuroso dei precedenti, gioca molto su sonorità esemplificate ma non immediate e non ha la varietà di suoni che caratterizzavano «Hoist» o l'unitarietà totale di «Rift». «Billy Breathes» è un disco di canzoni e contiene almeno quattro se non cinque capolavori che, suonati dal vivo, troveranno certamente la loro massima glorificazione.
Trey Anastasio, Page McConnell, Jon Fishman e Mike Gordon hanno scelto la via del coraggio, cosa che comunque hanno sempre dimostrato anche in passato. Lillywhite ha solo assistito il gruppo, ma non è intervenuto più di tanto: ha fatto quello che fa Puig con i Black Crowes, ha curato il suono, ha calibrato le voci, ha evidenziato il pianoforte. Questo è un disco in cui la chitarra ed il pianoforte la fanno da padroni: e con una struttura così ciò che risalta maggiormente sono le canzoni.