Il secondo album «
Picture of Nectar» non č da meno, l'assoluta padronanza con cui si cimentano nei vari generi ha dell'incredibile, la semplicitą con cui ogni stile confluisce nell'altro grazie ad indovinati arrangiamenti č sorprendente, non c'č uno scadimento, una parvenza di compiaciuta auto e elebrazione : i brani scorrono fluidi guidati da una sobrietą espositiva che si mantiene a debita distanza dal tronfio e dal kitsch.
Anche qui il panorama artistico dei
Phish trova nuove aperture con un intermezzo firmato Dizzy Gillespie (
Manteca), il country old-style di «
Poor Heart», le clamorose improvvisazioni della lunga «
Tweezer» e la jazzata «
Magilla».
Degna di nota anche «
Cavern», dal suo riff il titolo del disco, un esempio di come siano in grado di costruire melodie trascinanti ed orecchiabili sulle orme dei Dead e del rock sudista. Ce n'č per tutti i gusti.