NADINE (Back to My Senses)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  30/01/2004
    

Sembra impossibile che tra le giovani generazioni ci sia qualcuno che ricordi David Bromberg, uno degli alfieri del country progressivo degli anni '70, eppure i Nadine mostrano un rispetto verso il passato che è quasi fuori luogo di questi tempi. Cantano «David Bromberg singing, in a black voice in a rental car» nell'omonima canzone di Back To My Senses, album con cui i Nadine scelgono di stare in quell'area musicale nata dalle ceneri degli Uncle Tupelo ovvero country più una dose massiccia di rock ruvido e provinciale..
I colleghi più vicini ai loro modi musicali sono Wagon (il chitarrista Rauner viene da lì) e Scud Mountain Boys ed i temi di cui trattano riguardano sogni e sensi, fisici ed emozionali della gioventù. I Nadine hanno buone intenzioni su come stare lontani dai simboli fatui della società dello spettacolo, il sentimento che mettono nelle canzoni e la genuinità con cui costruiscono i pezzi è sintomo di un approccio vivo e sentito con la musica anche se per il momento i risultati sono acerbi e i suoni ancora troppo striminziti.
Usano un'elettricità controllata prediligendo i tempi medi e le ballate e aggiungono qualche dettaglio acustico come lapsteel, accordion, mandolino, ma se qualche traccia è davvero indice di una buona attitudine roots e va nella direzione giusta l'insieme suona ancora troppo fragile per destare veri entusiasmi. Roots-rock venato di country e folk, atmosfere pigre e colori autunnali, qualche brivido elettrico ed una fisarmonica che, nella splendida «Laura Sue» evoca qualcosa, potenzialmente, più grande e profondo di questo Back To My Senses. Disco che, comunque, si rivela un debutto di tutta onestà, con almeno quattro (oltre a «Laura Sue» metterei la vivida e notturna «Dark Light» e l'omaggio a «David Bromberg») in grado di far sperare per il futuro. Per l'anagrafe i Nadine vengono da St. Louis nel Missouri, la stessa città degli Uncle Tupelo.