BILL MILLER (The Red Road)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  30/01/2004
    

Molti razzismi sono alla base dell'America, non ultimo quello musicale delle major. Ma da qualche tempo la WB ha iniziato una serie, la Western («per preservare e perpetuare lo spirito occidentale») che di recente ha dato spazio a Bill Miller, della piccola tribù degli Stockbridge-Munsee, una banda di Mohicani.
La strada rossa del titolo è evidentemente anche quella dei «pellerossa» discriminati, massacrati, emarginati, sfruttati da una società dominante che nel migliore dei casi è indifferente a problemi di cui non è informata dai media negli USA. Non si tratta però, in questo caso, di un John Trudell arrabbiato o di qualche sbandato senza dollari che si autoproduce una cassetta affidandola a distribuzioni inesistenti.
Miller confeziona canzoni vicine alla marca del cantautore americano, in linea con la collana Western dunque, pervase da un sincero richiamo ai canti tribali e alle atmosfere suggestive che il flauto sa creare. Così è dolce l'apertura destinata a «Dreams of Wounded Knee» che ricorda una tragedia enorme con delicati tocchi di corde: più arrabbiato il tono di «Praises».
Le lodi che Miller descrive nel testo sono le lodi di un nativo sulla propria terra come creatura di massima sacralità.