A soli dieci mesi di distanza da «
Human Wheels», disco dell'anno '93 per i nostri lettori, John incide e pubblica un nuovo album. «
Human Wheels» aveva richiesto lunghe prove e la riincisione di molti brani per un totale di sette mesi di lavoro: per contro «
Dance naked» è un instant album: solo 14 giorni per inciderlo, dopo averlo pensato e predisposto in un tempo altrettanto breve. È il secondo instant album di Mellencamp: il primo «
Uh huh» aveva richiesto solo 16 giorni.
«
Dance naked» è un disco semplice ed immediato: puro rock'n'roll, suonato in modo diretto e senza fronzoli. Mellencamp ha coinvolto nelle sessioni il suo batterista di sempre Kenny Aronoff, e non avrebbe potuto fare altrimenti in quanto senza il suo suono vigoroso la sua musica avrebbe probabilmente un altro spessore, quindi, più o meno in tutto il disco, il chitarrista (ex Hearts & Minds ed ex Jason & the Scorchers) Andy York, poi Mike Wanchic (che co-produce con John) ed il bassista Toby Meyers (ma il basso è quasi totalmente assente nel disco!!!) e, ancora, Jimmy Ryser, un altra chitarra, e, alle voci in qualche canzone, Lisa Germano e Pat Peterson.
La musicista più appariscente dell'album è indubbiamente la nera Me'Shell NdegèOcello, che suona il basso e canta in «
Wild night» (scritta da
Van Morrison per il suo album del '71 «Tupelo honey»): è il primo duetto con una voce femminile che l'ex ribelle dell'Indiana incide per un suo album, in altri dischi ha usato delle voci, ma mai per un duetto vero e proprio. E «
Wild night» è un gran pezzo: basso leggermente funky, due voci da battaglia, una chitarra fulminante e la canzone che scorre via che è un piacere. Potrebbe essere quel singolo che John va cercando da qualche anno, dal tempo di «
Pop singer» (1989): «
Wild night» ha tutte le carte in regola per diventare un numero uno. «
Dance naked» è il classico disco che non ti aspetti: è ruspante, immediato e volutamente rozzo. Non è curato nei minimi dettagli, quasi fosse una copia in brutta: Mellencamp torna alle sue origini: musica secca, chitarra in evidenza, batteria poderosa e voci.
Niente altro. Ed il basso solo in qualche brano. Per una superstar è un passo abbastanza coraggioso: c'è la voglia di semplicità in questo disco e, fatto non trascurabile, ci sono quattro grandissime canzoni: oltre a «
Wild night», anche la title track, «
When Margareth comes to town» e «
Another sunny day 12/25». Il resto è solido rock, picchiato con gusto e schitarrato con durezza, le canzoni sono tipicamente «cougariane» (uso voluto del vecchio pseudonimo perché questo album ci riporta ad «
American fool» ed «
Uh huh»).
L'unico difetto del disco, che mostra la sua forza proprio nella sua immediatezza e nella sua voluta rozzezza, è la brevità: solo mezz'ora. Ma è tale la sua compattezza che la brevità potrebbe essere anche un pregio. All'inizio, durante i primi ascolti, non ero molto convinto da questo album, ma poi, via via che le canzoni mi entravano, ho capito che «
Dance naked» è l'ennesimo grande tassello di un rocker puro come un diamante: niente sintetizzatori, nessuna sovraincisione, solo una manciata di canzoni, pochi strumenti, la sua voce…