JOHN MELLENCAMP (Falling from Grace)
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  Recensione del  30/01/2004
    

Trattasi della colonna sonora del cortometraggio girato e diretto da John Mellencamp su una sceneggiatura di Larry McMurtry. Difficilmente riusciremo a vederlo e, in altri casi, la soundtrack sarebbe andata persa in qualche cinema d'essai con la pellicola. Al contrario le canzoni di Falling From Grace hanno la grazia di vivere di vita propria anche senza il potente ausilio delle immagini. Salvo due strumentali —Bud's Theme e Little Children - il tema trainante è il rock a stelle e strisce della gang di John Mellencamp, al completo servizio dei numerosi ospiti.
Comincia la sfilata Nanci Griffith che anticipa con Cradle Of The Interstate le performance di Larry Crane e Dwight Yoakam. Il primo, l'altra metà del cielo chitarristico dell'Indiana da American Fool a David Grissom, scrive, suona e canta in Whiskey Burnin' una pregevole, classica rocksong che lascia ben sperare per la carriera solista da lui intrapresa. Dwight Yoakam ha la fortuna di imbattersi in una grande canzone offerta dal padrone di casa e da George Green: sebbene di recente fattura Common ... Man sembra essere, sia per la musica — l'armonica in testa — che per le liriche un pezzo di lusso di The Lonesome Jubilee.
Di meglio riesce a fare il solo John Prine con All The Best, dylaniana fino al midollo e tutta la compagnia al completo nella super session di Sweet Suzanne: alle voci si alternano Joe Ely, James McMurtry, Dwight Yoakam, lo stesso John Prine e John Mellencamp. Nomi altisonanti che nelle interpretazioni alzano la posta in gioco di Falling From Grace e si regalano l'esclusivo record della colonna sonora più rock'n'roll del momento. L'occasione è propizia per rimettersi in pista anche con Janis Ian, da tempo iscritta all'ufficio di collocamento nelle liste dei disoccupati.
Days Like These la ritrova in stato di grazia e l'accosta in perfetta simbiosi alle canzoni di John Mellencamp che si riserva di interpretare. Sono It don't scare Me None e la pianistica Nothing's For Free le ballate che, secondo i più esigenti, avrebbero avuto ben altro peso in Whenever We Wanted. Noi non ne sentivamo la mancanza ma adesso che ci sono non ci riesce di farne a meno.