JOHN MELLENCAMP (Big Daddy)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  30/01/2004
    

Nel progetto ristampe e rimasterizzazioni di John Mellencamp non poteva mancare anche Big Daddy con la rimasterizzazione ci guadagna perché sebbene continui a reputarlo un po' deficitario dal punto di vista delle canzoni, non certo all'altezza di The Lonesome Jubilee, il sound ne guadagna e cose che in prima battuta, quando uscì il vinile, sembravano di secondo piano adesso si fanno sentire in tutta la loro importanza.
D'altra parte le riedizioni servono anche a questo. Succede in più punti, in diverse canzoni, nelle sfumature, nei dettagli e negli arrangiamenti che non sono palliativi come dimostra ad esempio il sapiente uso delle chitarre, acustiche ed elettriche, nell'iniziale Big Daddy Of Them Allche, grazie a ciò, perde quel carattere lacrimevole da ragazzo-padre e diventa un rock adulto a tutti gli effetti. Big Daddy uscì due anni dopo The Lonesome Jubilee spostando di poco i temi delle canzoni. Dalla solidarietà e amicizia verso i problemi delle classi subalterne della società americana si passò al tema della paternità, ai doveri di un padre verso i figli, alla crescita di responsabilità personali, alla maturità.
La musica rimase la stessa come dimostra la formazione della band, identica a quella del disco precedente con Larry Crane e Mike Wanchic alle chitarre, Kenny Aronoff e Toby Myers alla sezione ritmica, Lisa Germano al violino, John Cascella alla fisarmonica e Pat Peterson e Crystal Taliefero alle voci ma i toni della ballata presero il sopravvento sul celtic-rock in nome di un intimismo maggiore. Come sta a dimostrare uno dei brani topici dell'album, il malinconico ed elegiaco Jackie Brown.
Qualche novità in effetti c'è nel disco ed è il lento apparire di David Grissom un chitarrista dal tocco secco e micidiale che diverrà fondamentale nell'evoluzione successiva del rock di Mellencamp. Uno dei temi del disco è anche quello della fine di un rapporto, un matrimonio fallito e in questo senso ci sono più punti in comune con Tunnel Of Love di Springsteen, uscito più o meno in quel periodo. Ballate, toni crepuscolari, malinconia, qualche lacrima. Risentito oggi Big Daddy sembra meglio di quando uscì, forse perché il confronto con The Lonesome Jubilee non è più valido, probabilmente perché la rimasterizzazione, come già detto, lo arricchisce dal punto di vista sonoro, sicuramente perché la qualità generale del rock oggi è diminuita e un album come Big Daddy fa la sua bella figura.
La bonus track non è eclatante come quella di The Lonesome Jubilee ma è pur sempre pregevole, una versione acustica ancor più caduca di Jackie Brown, l'altro singolo che con Pop Singer venne estratto dal disco.