JOHN MELLENCAMP (Uh-Huh)
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  Recensione del  30/01/2004
    

Probabilmente non basta l'aggiunta di una sola bonus track, la versione acustica di Pink Houses, per giustificare l'acquisto di questa versione rimasterizzata in cd di UhHuh ma se qualcuno al tempo avesse dimenticato di acquistare questo disco questa è l'occasione giusta. Perché UhHuh rimane uno dei più significativi album di John Mellencamp, il migliore del suo primo periodo quando ancora si faceva chiamare Cougar ed era una sorta di ribelle senza causa del rock americano. UhHuh rappresenta una svolta nella carriera dell'artista di Bloomington, il passaggio da un rock principalmente per teenagers sebbene non banale e zuccheroso ad un rock adulto ricco di riferimenti a temi sociali e di protesta, come dimostrano gli spigolosi testi di Pink Houses e Authority Song rivolti a quell'America che già allora calpestava i sogni dei meno fortunati.
Non è ancora polemico e politico come Scarecrow ma la strada è quella e nel 1983 Mellencamp cominciava a vestire quei panni di rocker scomodo e non allineato che lo avrebbero portato, negli ultimi anni, a prendere una drastica posizione di opposizione contro Bush e la guerra in Iraq. Grande disco UhHuh lo è anche per via del sound, un sound secco, chitarristico, influenzato dai Rolling Stones, dal R&B e dai Creedence, con linee melodiche accattivanti, un'ottima sovrapposizione di chitarre acustiche ed elettriche, una voce bruciata dalla vita on the road e una batteria, quella di Kenny Aronoff destinata a divenire il miglior drumming d'America.
In UhHuh c'è un concetto del rock n'roll ribadito nella sua essenzialità, chitarre che urlano ma non sbrodolano in assoli lunghi e noiosi, canzoni stringate ma efficaci con melodie che trafiggono e si fanno ricordare, una sezione ritmica dinamica e non rozza, un suono secco, conciso, che non soffoca il songwriting ma suona tosto come una rock n'roll band. La produzione attenta di Don Gehman ha il suo peso ma le canzoni fanno il resto: dal sincopato incedere di Crumblin' Down all'evocativa Pink Houses, una ballata degna del miglior Springsteen, dalla rutilante Authority Song ai toni pacati e cantautoriali di Golden Gates, dal R&B di Warmer Place To Sleep a Play Guitar il cui titolo è una dichiarazione di fedeltà verso quel rock stoniano di cui è ricco il disco e che investe anche Serious Business e Lovin ' Mother Fo Ya.
Si distacca dal tema generale Jackie 0, una sinuosa e delicata ballata giocata sulla figura di Jacqueline Onassis, scritta assieme a John Prine e suonata con l'ausilio di una tastiera elettronica, un episodio anomalo nella produzione del nostro che risuona ironico sia per il testo che per la veste sonora. Alle nove tracce del disco originario è stata aggiunta una versione acustica di Pink Houses, unica concessione di questa edizione. UhHuh fa parte di una serie di rimasterizzazioni che riguardano anche Scarecrow, The lonesome Jubilee, Big Daddy e Whenever We Wanted.