JAMES McMURTRY (Where'd you Hide the Body)
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  Recensione del  30/01/2004
    

C'era molta attesa per questo terzo album di James Mc Murtry, attesa dovuta all'alone culturale che avvolge questo personaggio che, con i precedenti album «Too long in Wasteland» ('89, prodotto da John Mellencamp) e «Candyland» ('92), aveva incontrato i favori della critica americana e colpito molti cuori di attenti e sensibili buscaderiani. Con precisa scadenza triennale James ritorna a raccontarci le sue storie e «Where'd you hide the body» si conferma un lavoro molto interessante.
Il trentatreenne texano, figlio di cotanto padre - Larry McMurtry, scrittore di successo - fin da ragazzo riesce molto bene a fare convivere le parole alla musica creata dalla sua chitarra. Si diletta allo strumento sin dall'etą di sette anni, adolescente si trasferisce all'Universitą dell'Arizona ed a Tucson studia inglese e spagnolo. Qui inizia la sua carriera di musicista in una piccola birreria. Nel 1984 migra a San Antonio dove diventa una piccola star dei piccoli locali. Nel 1987 vince il Kerville Folk festival, New Folk contest, concorso che in precedenza aveva visto prevalere personaggi del calibro di Lyle Lovett e Nanci Griffith. Fine della parentesi biografica.
Il nuovo album č composto da tredici canzoni che portano tutte la firma dell'artista texano, lo accompagnano in questa nuova esperienza musicale Don Dixon, al basso, organo e supervisione finale e David Grissom, nostra amata conoscenza, alla chitarra. Lo stile compositivo di McMurthy č la classica lenta ballata, retta su un semplice giro musicale, ma sostenuta dalla personale tonalitą del compositore. Se le tematiche musicali non brillano di originalitą, senz'altro le canzoni di James sono sorrette da testi poetici, immediati e profondi, che danno un particolare sapore ai brani.