MICHAEL McDERMOTT (Gethsemane)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  30/01/2004
    

La strada era deserta, il sole alto nel cielo. Dietro ai miei occhiali da sole il paesaggio mi appariva irreale. L'estate era arrivata ma la colorazione verde delle lenti, trasformava i luoghi quotidiani, in angoli diversi, quasi mai visti. L'autoradio non era al massimo ma aiutava la propulsione meccanica del motore. Era un potente additivo. Le altre automobili mi sorpassavano in un gioco coreografico, una macchina rossa decappotabile con due ragazze a bordo, era spesso alla mia sinistra. Volevano forse conoscere l'autore della musica che stavo ascoltando? Avrei potuto dir loro ben poco.
Avevo solo una cassetta corredata solo dai titoli dei brani. Ma la musica rendeva potente la mia auto: con le mani sul volante tenevo il ritmo insieme al batterista e mi univo al cantante al momento dei riff. Il nastro in questione è l'ultimo lavoro di Michael McDermott, rocker americano di buon successo commerciale almeno al suo Paese.
McDermott rientra nella categoria degli «Amici di Bruce», infatti Michael, insieme a trecentoventidue singers per lo più americani, deve molto al genio di Asbury sia a livello musicale sia ispirativo. Anche questo lavoro di McDermott risente di questa influenza; come originalità il lavoro sarebbe altamente insufficiente, a livello energetico, e se ne è bene accorta la mia auto, raggiunge le alte posizioni. Il buon Michael si rivela anche un attento ascoltatore perché «riproduce», ovvero scopiazza, temi già sentiti come «Atlantic City» di Springsteen (e chi altrimenti?) o «0l'55» di Tom Waits.
Ma non importa, nei dodici brani inclusi in «Gethsemane» McDermott ha modo di esprimere il suo amore per il rock, un rock elementare poco sofisticato ma altamente efficace.