Perso un John Hiatt se ne trova subito un altro. La A&M non ha digerito bene il fatto che John Hiatt non sia rimasto nelle sue fila, uno come lui non è facile da trovare così sui due piedi, si è data da fare per cercare un sostituto. Ed ha trovato
Jono Manson. Non conosco bene la storia di questo rocker dalla voce profonda, ma so che è amico di John Popper ( Blues Traveler ) e che è stato proprio il corpulento armonicista di New York a presentare questo sconosciuto del New Mexico alla A&M.
Comunque io avevo già conosciuto Manson tramite un disco comprato la scorsa estate a Santa Fé, un disco molto bello ma di difficile reperibilità intitolato «
One horse town», il cui il nostro dava la misura del suo valore: oltre a Popper, già presente in quel disco, ero stato attirato dal fatto che ci suonava anche Nicky Hopkins, certamente in una delle sue ultime sessioni. Jono vive a Tesuque, Nuovo Messico, e quel disco, pieno di colori, abbastanza nero ma con ballate dense di melodia, era stato una piacevole sorpresa.
Ed ora, dopo avere ascoltato attentamente «
Almost home», in cui la voce di Manson si avvicina molto a quella di Hiatt (ma anche lo stile), sono cosciente di avere conosciuto un nuovo autore su cui contare per il futuro. Manson non è uno qualunque, la sua musica è meditata e profonda e, specialmente nelle ballate, si sente che sa scrivere e che la voce ha raggiunto già una bella maturità. Accompagnato da due dei Blues Traveler, cioè Bob Sheehan e Chan Kinchia, con lo stesso Popper presente in vari brani (la sua armonica è ormai inconfondibile) e con session men di valore quali Warren Haynes (Allman Bros e Gov't Mule), Howie Wyeth e Ron Sunshine, Jono ci regala un esordio (su major) di tutto rispetto.