Adam Carroll capitolo tre. Dopo due belle prove di studio, benedette dall'onnipresente Loyd Maines,
South of town del '99 e
Looking out the screen door dello scorso anno, la prima delle quali ha ottenuto il nostro "bonus" di disco consigliato, il giovane cantautore texano che ci ricorda Bob Dylan oltre che John Prine, Townes Van Zandt, e Butch Hancock, ci delizia con un disco dal vivo. Registrato tutto da solo, chitarra, voce ed armonica, davanti ad un pubblico che mostra di conoscerlo a menadito, con la produzione sempre di Lloyd Maines che se appena può non lascia soli i suoi pupilli, è un'ottima proposta che rende bene il carattere e la personalità di un troubadour che scrive con intelligenza e canta col cuore, dimostrando di essere persino più maturo degli anni che porta.
La sua musica è folk country venato di blues che non fa fatica ad imporsi tra chi ha ancora in mente il Dylan acustico dei tempi d'oro o le offerte musicali più recenti di personaggi che si sono imposti alla nostra attenzione quali Dan Bern, Cory Morrow, Pat Green, che sanno interpretare con facilità e disinvoltura la realtà che li circonda. Il disco è lungo, più di un'ora di musica quindici le canzoni selezionate, sette apparse sul primo ed, altrettante sul secondo e un brano del tutto inedito.
A
South of town appartengono
Red Bandera blues, il brano d'apertura, un talking blues dylaniano dalla melodia folk con un finale affidato ad una vera armonica bluesy,
Smoky Mountain Taxi, altro notevole talking blues, ballata dal particolare ritmo folkeggiante che nel finale chitarristico (elettrico nell'edizione di studio) si trasforma in un travolgente bluegrass, la title track
A south of town, country rock dai toni delicati che acquista maggior morbidezza in questa edizione acustica,
Silver lakeside, gentile e fine ballata sentimentale con un bello spunto d'armonica,
Cole, uno dei pezzi più interessanti composti da Adam, grande ballata di notevole spessore e qualità, con interventi di armonica puntuali e precisi,
Cane river blues, un blues dai toni profondi e poderosi e
Bubblegum, una spigliata ballad dal ritmo piuttosto veloce e il bel ritornello che piace molto al pubblico.
Dal più recente
Looking out the screen door provengono
Blondie and dagwood, tenera e semplice folk ballad, (la title track)
Screen Door, lungo pezzo dylaniano fino al midollo davvero buono,
Race Car Joe, un motivo dai toni dolci e leggeri, che sembra proprio uscito dal catalogo di Woody Guthrie,
Snow one man, lindo e delicato blues,
Legs, storia d'amore, anche allegorica che sul finale conquista l'audience,
Karaoke cowboy una ballata dalla disarmante semplicità ed
Errol's Song, un bel pezzo introdotto da una lunga presentazione verbale dedicato ad un fattore particolare amico di famiglia, con l'armonica ancora in evidenza.
C'è anche un brano nuovo, abbiamo detto,
Elvis, una sorta di talking folk blues che ha per protagonista proprio lui, il re del rock & roll, sognato da Adam, chiamato ad esibirsi in un locale chiamato Distance Lance Cafè, ubriaco e violento, che viene trascinato via dai poliziotti, e poi avrebbe cantato
Jailhouse rock nella prigione della contea…