DEREK WEBB (She Must and Shall Go Free)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  20/12/2004
    

Esordio da solista per il leader dei Caedmon's Call, una formazione di Christian Rock molto popolare oltre oceano. Il christian Rock o rock religioso è una corrente molto forte nell'America di provincia e ci sono band o solisti (Michael W. Smith, i Caedmon's Call, i Jars of Clay, i Sixpence None The Richer etc) che vendono parecchio. Webb, dopo avere registrato 7 albums coi CC, ha deciso di lasciare temporaneamente la band e di registrare questo lavoro. Un disco poetico che mischia folk e rock dove la visione creativa dell'artista, molto interessante dal punto di vista musicale, si fonde alla perfezione con la sua spiccata tendenza religiosa.
Tendenza che si nota nelle liriche mentre la musica ha un suono folk rock, di matrice Americana, ed il disco è tra le cose più belle del genere, sentite ultimamente. Non ci sono nomi famosi ma turnisti di prim'ordine: Kenny Meeks, Matt Pierson, Garett Buell, Sara Groves, Sandra McCracken, Stephen Mason. Il suono è pulito e profondo e le canzoni, da Lover splendida e con echi del folk di Peter, Paul & Mary, oppure l'iniziale Nobody Loves Me introdotta da un banjo e da una chitarra acustica, ci mettono di fronte ad un disco di qualità superiore. La forza del disco, oltre che nelle canzoni, sta nel suono: un suono maturo, degno di un musicista rodato.
Webb ha anche una buona voce e sa scrivere, e questa è in fondo la cosa più importante. Nobody Loves Me ha una tematica di fondo nostalgica e coivolgente ed è costruita come una canzone folk rock anni settanta: bel ritonello, ottimo uso di strumenti a corda che si mischiano perfettamente alle voci. She Must and Shall Go Free è una gemma con la voce di Webb, il controcanto della McCracken e la lap steel di Phil Madeira, uno che di suoni se ne intende: l'house band fornisce la cornice. Take To The World ha come base un ritornello molto anni sessanta e si segue con piacere dalla prima all'ultima nota (l'altra voce è quella di Dan Haseltine dei Jars of Clay). Ma Lover porta il disco ad un livello superiore: ballata splendida per melodia ed armonie vocali, impreziosita da un piacevole impasto di chitarre acustiche (Webb e Meeks).
Il disco prosegue su questo livello, non ha cedimenti di sorta ed offre ancora canzoni di spessore: dalla tenue Wedding Dress, con Madeira alla fisarmonica, a Awake My Soul, a Saint and Sinner e Beloved. La finale The Church è un'altra ballata di grande spessore giocata sulla voce di Webb e quella dolce come il miele di Sara Groves. Matt Stanfield al piano provvede alla base, semplice ma di sicuro effetto. Webb sa scrivere, ha il senso della melodia e la sua dedizione alla religione è solo uno dei tasselli della sua immensa passione per la musica. Passione che traspare da questo disco.