Finalmente è arrivato per
Robert Earl Keen, uno dei nostri musicisti preferiti, il debutto per una major. Se lo meritava il nostro bravo texano di poter giocare le sue carte a tutto campo dopo tanta «gavetta» e i consensi ottenuti nel corso di una onorata carriera, che non era riuscita però a fargli fare il gran salto. Oggi c'è questa chance, che potrebbe costituire per lui la svolta della vita di musicista.
Noi gli auguriamo che ce la faccia.
Intanto l'occasione se l'è giocata bene, il disco è bello, solido, di peso. Forse non contiene gioielli come «
Gringo Honeymoon», «
Dreadful selfish crime», «
The road goes on forever», in ogni caso materiale sempre di tutto rispetto e consistenza. Inoltre è presentato meglio del solito, le possibilità offerte da una produzione «stellare» (
John Keane), che non ha problemi di budget, sembra funzionino così come alcune smorzature al suo stile, al suo temperamento. Funziona di sicuro la partecipazione di
Margo Timmins dei Cowboy Junkies, che è praticamente la seconda voce nell'intero disco.
Dei dieci brani selezionati sette sono nuovi di zecca di Robert.