Se «
A Bigger Piece Of Sky» dello scorso anno era un bel disco che si può dire di questo «
Gringo Honeymoon»? Che è strepitoso, grande, davvero grande. Come non avremmo mai immaginato, pur avendo sempre riconosciuto a
Robert Earl Keen dei numeri fuori dalla norma. Costruita attorno ad un ristretto gruppo di musicisti per niente famosi ma affiatatissimi (alle prese con chitarra acustica ed elettrica, steel, basso, batteria, violino di tanto in tanto) è una prova ricca e preziosa, davvero suggestiva, che offre un superbo spaccato di musica texana, border sound e southern country.
E la ballata, la storia raccontata in versi la protagonista del disco che scorre richiamando Dylan, le canzoni degli hobos, la poesia dell'immenso sud.
Che è la testimonianza di ciò che sente la gente, di ciò che sogna, di come vive. La title track è il racconto di una spensierata, originale avventura, non solo una luna di miele quindi, con i protagonisti che ritornano, si pensa contenti, sulle montagne dove fioriscono i cactus.