Al terzo disco
Chris Isaak, chitarrista e cantautore di San Francesco, non cambia di una virgola gli splendidi tratti stilistici della sua musica. La voce è rimasta accattivante e misteriosa come agli inizi, inglobando in giusta misura la lezione feelin' blue di Roy Orbison, le canzoni continuano a viaggiare sulla Route 66, sostando, quando il sole si ritira, nelle camere cheap degli hotel heart & soul e i suoni ripropongono il beat magnifico di Buddy Holly, degli Shadows, del twangin' di Duane Eddy.
HEARTH SHAPED WORLD è la nuova collezione delle meraviglie di Isaak, angoli misteriosi e novelle malinconiche di un rock allo stato puro, elegantemente demodé, che, con nonchalance, riassume il lato nobile, meno chiassoso e spettacolare, di questa musica. Sembra quasi che
Chris Isaak, perfetto "phisique du róle" nelle fotografie in bianco & nero di Bruce Weber e gangster newyorchese in
MARRIED TO THE MOB di Jonathan Demme, abbia costruito una musica a sua immagine somiglianza: tenebrosa e blasé, schietta e raffinata nei suoni, romantica nelle atmosfere, quasi sempre taglio cinematografico, con chiara predilezione per l'estetica delle pellicole degli anni 40/50. "
Non ho intenzione di essere autentico, né tantomeno nuovo. Il mio stile non è qualcosa di preciso e definito. Mi piace combinare del jazz con del rockabilly, qualcosa degli anni 40 con gli anni 60". La filosofia di Isaak è tutta qui, ma, a sentire i suoi tre dischi, basta e avanza. Gli sono congeniali un produttore, Erik Jacobsen, rispettoso dello spirito retro del cantante ed un trio di musicisti (contrabbasso/batteria e chitarra solista) che pare rimasto intrappolato per trent'anni, senza possibilità di comunicare con l'esterno, negli studi Sun di Memphis.
Non c'è una canzone che "sbava" in
HEARTH SHAPED WORLD ma alcune tracce sono davvero sfavillanti:
Don't Make Me Dream About You rinnova i salti e l'aria spedita del rock di
You Owe Me Some Kind Of Love, il pezzo con cui si apriva il precedente lp,
Blue Spanish Sky ha una tromba jazz fatta apposta per soffiare su un impermeabile col bavero alzato, fradicio di pioggia di qualche investigatore crepuscolare e
Nothing's Changed è un ineluttabile canto notturno contrappuntato da una chitarra (James Calvin Wisley) che è la copia carbone di quella di
Mark Knopfler.