Il fallimento di
Sportin' Life comporta il cambio di casa discografica e l'accantonamento della sigla
Mink De Ville.
Miracle viene pubblicato dalla Polygram con la produzione di
Mark Knopfler, musicista che apparentemente sta agli antipodi di Willy. Caldo, sanguigno, passionale lo stile del portoricano, elegante, pulito, asciutto quello del Dire Straits.
Ma grazie alle rispettive mogli i due sono diventati amici e Willy, stanco del sassofono ,vuole realizzare un disco sobrio ed essenziale dal punto di vista sonoro. Vicino a De Ville compaiono nomi di grande prestigio come Chet Atkins e sessionmen di primo piano come Jeff Porcaro e Guy Fletcher. «
L'idea era quella di avere degli arrangiamenti puliti e stringati e di eliminare il sassofono che in quel periodo mi usciva dagli occhi.. Mark mi sembrava adatto al ruolo ma alla fine il mio sound è parso snaturato, allontanato dal ritmo della strada che io volevo infondergli. E risultato un disco troppo perfetto».
Il nuovo lavoro viene introdotto da
Gun Control un brano dai suoni innovativi che ricorda un po' il Tom Waits da officina ma poi prendono piede le splendide melodie di Willy accompagnate dal sottile ed inconfondibile tocco chitarristico di Knopfler.
Miracle, a parere di chi scrive, è il matrimonio perfetto tra il cuore di Willy e la mente di Mark, tra l'essenza soul dell'artista e la perfezione tecnica di Knopfler.
E un disco più rock dei precedenti, intendendo con questo termine una maggior attenzione verso le ballate urbane, le atmosfere misteriose e noir, il talking cavernoso alla Lou Reed, il sound chitarristico. Grandi brani lo compongono:
Heart and Soul è una specie di nuova
Stand By Me con una rifinitura mexican di Chet Atkins,
Southern Politician è un atto d'accusa contro la corruzione politica, sussurrato con un talkin' cupo e ombroso,
Spanish Jack è un b-movie da east-side,
Angel Eyes è pura festa ispanica,
Nightfalls è una love song di quelle che non si sentono più.
C'è pure una bellissima cover di
Could You Would You dei Them ed una
Storybook Love che si guadagna la nomination all'oscar come colonna sonora di
The Princes Bride.
Naturalmente la presenza di Knopfler come chitarrista e come produttore è lampante ed in diversi frangenti (in
Assassin Of Love, una canzone sui problemi di Willy con la droga, in
Spanish Jack e nella stessa
Miracle) la sensazione che DeVille canti con dietro i Dire Straits è forte. Ma
Miracle è un disco di grandi ballate urbane che porta al culmine l'idiosincrasia dell'artista verso il mercato USA «
non ho nessuna affinità con gli States se si eccettuano New York e New Orleans.
La mia musica è un incrocio di soul, rock n'roll prima maniera, blues, rhythm and blues e musica latina ovvero quel pachuco che solo nelle grandi città trovi, dove si respira l'energia dei bianchi e l'animalità dei neri.
Ho del sangue gitano nelle vene e mi sento più vicino ad un europeo che ad un californiano e ad un cowboy», e i discografici americani «
la metà di quelli che lavorano nelle case discografiche sono dei veri stronzi. Sono nelle loro torri d'avorio coi loro computer e i loro telefoni e tutti quei dischi d'oro appesi al muro.
Non sanno mai di cosa stai parlando perché non conoscono né la musica né i dischi e quando stai seduto di fronte a questi stronzi pensi che era meglio fare l'avvocato». Il fallimento di
Miracle a livello di vendite è un'altra dimostrazione della "inadeguatezza" del selvaggio Willy nei riguardi del mainstream. Sebbene supportato da un nome "vincente" quale Knopfler, il disco non incontra il gusto di massa e tentare di rincorrerle ancora come suggerisce un aforisma è come dare perle ai porci.