STEVE FORBERT (Mission of the Crossroad Palms)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  30/01/2004
    

Steve Forbert subito etichettato come nuovo Dylan dopo il fulminante disco d'esordio del 1978, è, per contro, rimasto sempre l'eterna promessa in procinto di fare il grande salto. Ha inciso sei album (senza contare l'antologia) e con questo settimo disco non fa altro che evidenziare le sue classiche qualità di cantautore, senza peraltro dare il minimo segno di volersi abbassare alle leggi dello showbiz: la verità è che Steve non ha mai voluto fare il grande salto, avrebbe potuto già nel lontano '79 quando «Romeo's tune» era arrivata in cima alle classifiche, ma se ne è guardato bene dal bissare quel raro momento di popolarità.
Ciò che è cresciuto maggiormente in Steve è la voce, il suo modo di cantare è maturato enormemente: dal punto di vista compositivo ci ha sempre abituato ad alti e bassi e questo nuovo album conferma la regola, tendendo però di più verso l'alto. È uno dei migliori di Steve, ha continuità ed è prodotto con giudizio da Gary Tallent (che già aveva lavorato con il cantante in «Streets of this town»), anche se però io continuo a preferire la produzione di Pete Anderson («The american in me»), leggermente più country oriented. Se la voce è maturata moltissimo ed è, oggi come oggi, una delle più espressive nell'ambito dei cantautori americani, la scrittura di Steve è sempre quindi di qualità medio-alta.
Lo conferma questo «Mission of the crossroad palms» dove il nostro alterna composizioni mature ad altre abbastanza normali: ma, rispetto ai dischi dei primi anni ottanta, ed anche allo stesso «Streets of this town», noto un deciso miglioramento nella qualità media delia scrittura. «Mission» non è il suo disco più bello (per impatto e emotività l'esordio rimane la cosa migliore) ma entra di diritto tra i migliori, sulla linea del precedente «The american in me». Tra i musicisti coinvolti notiamo Benmont Tench e Clay Barnes (ex Rough Squirrels e Bolt Uprights), oltre a Gary Tallent che suona il basso.