Joe D'Urso è un cantautore che lavora duro da vari anni, è il leader degli
Stone Caravan ed arriva da Rockland County, a nord di New York. Joe è un clone di
Bruce Springsteen, come Dan Bern lo è di Bob Dylan. Ma, come Dan Bern, scrive canzoni di buona fattura e, al contrario di Bern, ha già quattro dischi al suo attivo. «
4510 person» ('91), «
The snow, the rain & yesterday» ('92) e «
Rock land» ('93) e questo di cui andiamo a parlare, «
Mirrors, Shoestring & Credit cards» ('96) che è un po' la summa della sua carriera di autore e performer. (I primi tre dischi sono introvabili da tempo).
Joe D'Urso è un cantante della working class e con i suoi Stone Caravan ripercorre le gesta di Bruce Springsteen & The E Street Band e Bob Seger & The Silver Bullet Band. La sua musica e le sue liriche parlano della grande terra americana, di perdenti, sogni, del potere dell'amore, del sogno americano e delle illusioni che ne derivano. Joe è un cantore sano e vigoroso, onesto e sincero e, come Dan Bern, perpetua un genere che rimane nel cuore di tutti. Ora che Bruce ha cambiato registro, ora che la E Street Band rimane un ricordo (anche se speriamo sempre in un suo eventuale ritorno), Joe D'Urso è pronto a ripercorrere quelle gesta. «
Mirrors, Shoestrings & Credit cards» è un disco sano e generoso, dura oltre settanta minuti, ed è stato concepito in tre differenti sedute: «
Mirrors» nel '96 (songs 1-7), «
Shoestrings» nel '95 (songs 8-10) e «
Credit cards» nel '94 (songs 11-17).
Ma il filo conduttore rimane quello di una musica elettrica ed urbana, vigorosa e pulsante, con Springsteen nel cuore e tanta voglia di emularlo ma anche di perpetuare nel tempo le sue gesta. Ci manca il Boss, ci manca quella vigorsa iniezione di anima e cervello, di cuore e vitalità che era la sua musica negli anni settanta ed all'inizio degli ottanta, Joe ci mette una pezza e rende ancora più acuto il nostro ricordo. Musica derivativa, si è vero, ma comunque musica vera, canzoni che hanno feeling, vitalità, forza. La band,
The Stone Caravan, ha il suo punto di forza nel bassista
Dan Albanese, da sempre con Joe, quindi nei vari musicisti che cambiano, sessione dopo sessione, tra cui mi piace ricordare
Andy York, Eric Ambel, Chuck Chesler, Sani La Monica, Michael Mazzarella, Jim Lukavics e C. J. Eichinger.