ARTHUR DODGE & THE HORSEFEATHERS (Arthur Dodge and the Horsefeathers)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  30/01/2004
    

Mettete assieme i vecchi Creedence ed il suono più country di Waylon Jennings, agitate con cura ed avrete la formula di Arthur Dodge. La band, che proviene da Lawrence nel Kansas, è formata da Arthur Dodge, voce roca alla Fogerty, Matt Mozier, chitarra e seconda voce, Brock Ginther, basso e Guy Stephens, batteria. Musicisti aggiunti: Jon Harrison, hammond, e David Williams, steel guitar.
Il suono è un roots rock corposo e possente, con influenze blues e la lezione dei grandi, da Cash ad Elvis, dal primo Springsteen a Neil Young, che fa da guida a questa band dalle sonorità classiche. Non ci sono momenti di stanca, ma una serie di canzoni ben costruite che sanno di rock lontano un miglio: musica sana quindi, piuttosto robusta, grazie anche alla voce del leader, ben sostenuta da una band decisamente esperta.
Infatti Dodge non è un novellino, ma ha fatto il solista a lungo ed ha anche inciso dei dischi a suo nome, mentre gli altri vengono da esperienze personali con band locali come Tenderloin e Homestead Grays. «Into the blue», andamento possente, sembra uscita da un vecchio vinile dei Creedence, con quella ritmica che macina ed il motivo che prende subito.
«Mad dog » ha il passo di «She 's about a mover » del quintetto di Doug Sahm, «Curiosity didn't kill the cat» è un brano del primo Springsteen, con il piano sul fondo ed una melodia trascinante in superfice. «How you been?» è un rock trascinante e ferruginoso, mentre «She's so kind» un country possente, guidato da una fluida steel e dalla voce tonitruante di Dodge.
Ed il disco continua su questa altalena di suoni, riportandoci indietro negli anni, quando il rock era più puro, quando l'industria non ci aveva messo completamente le mani sopra. Come in questo disco.