STEPHEN ALLEN DAVIS (The Light Pink Album)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  30/01/2004
    

Neanche il magno Paolo ha saputo dirmi che è questo S.A. Davis, però mi ha detto «Sentilo, è uno coi controfiocchi, bella voce e grandi canzoni» e mi ha mollato la patata bollente in mano. Bella storia. E questo è sicuramente un bel disco, oltre che una bella storia. S. A. Davis esordisce (?) con un lavoro tanto maturo che vorrei quasi gridare al miracolo (non posso, poi gli altri del Busca me le danno), ma però nessuno mi può obbligare a dire quello che non penso e, ne sono sicuro, chiunque di Voi ami il cantautore con la C maiuscola ascolti solo l'iniziale Take time to know her e se non ne rimarrà colpito sono disposto a cambiare lavoro.
Grande composizione dalla struttura ad ampio respiro, con un'armonica che soffia sopra il suo suono aere e la melodia che si spande lenta nello spazio da sola, Take time to know her potrebbe valere il disco. Ma Davis non termina certamente qui, ci sono altri cinquantadue minuti di musica ad alto livello, con ballate di grande intensità tutte sospese su una strumentazione scarna, talvolta inesistente e la voce del protagonista spesso molto simile a Bruce Springsteen, a guidarle. '47 Martin sembra uscita da uno dei dischi acustici del Boss, anche se non ha la disperazione delle composizioni di Bruce, Still loving you, sempre molto scarna, ha una bella melodia al suo servizio e scorre via in modo diretto.
Testi personali, spesso introspettivi talvolta ricordi amari, talaltra felici. Davis mostra un talento non comune nel raccontare storie marginali, periferiche, provinciali, con foglie gialle sullo sfondo, campi a perdita d'occhi e viali che li percorrono in maniera quasi assente.