BOTTLE ROCKETS (The Brooklyn Side)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  30/01/2004
    

Vi sentite orfani per la fine degli Uncle Tupelo o rimpiangete i gloriosi Green On Red? Bene, i Bottle Rockets sono pronti per alleviare le vostre pene. I Rockets sono la band di Brian Henneman from Crystal City, Missouri, vicino a St. Louis, da dove provenivano anche i Tupelo. Alla fine degli anni '80, dopo diversi anni passati alla guida dei Chicken Truck, cult punk band della zona, Henneman si unisce proprio ai Tupelo in qualità di tecnico delle chitarre che lo porterà presto a diventare il secondo chitarrista della band ed a contribuire alla realizzazione de loro secondo album.
Proprio i Tupelo forniscono la band di supporto per la realizzazione di «Indianapolis», singolo a nome di Henneman che lo convince a richiamare il chitarrista Tom Parr ed il batterista Mark Ortman, già con lui nei Chicken Truck, e con l'aggiunta del bassista Tom Ray, formare i Rockets nel corso del '93, realizzando quasi immediatamente il loro omonimo album d'esordio, già capace di ben evidenziare che ci si trovava davanti ad una band da seguire con attenzione. Puntuale ecco arrivare questo «The Brooklyn Side» in grado di fare la differenza.
Sotto l'esperta e sapiente guida di Eric Ambel, già chitarrista negli indimenticabili Del-Lords, riescono a concretizzare al meglio le loro passioni, che spaziano da Hank Williams ai Crazy Horse di Neil Young via Lynyrd Skynyrd, riuscendo a consegnarci un disco di American Rock dal fascino distintivo. Questo grazie a quattordici ritratti della provincia americana, spesso rivestiti da un evidente spirito autoironico, dalla marcata impronta chitarristica capace di spaziare dalla dolcezza di «Queen Of The World» riguardo ad una donna sentita cantare Hank Williams in un bar, alla furia in puro stile Crazy Horse di «Sunday Sports», amara storia di un operaio il cui unico scopo nella vita dopo una settimana di lavoro è di passare il weekend guardando lo sport in TV.
Non c'è niente di rivoluzionario nella loro musica; è rock sincero, schietto e semplice, poche pretese e cascate di chitarre, e l'unico modo per farlo emergere è solo scrivendo grandi canzoni. È questo «Brooklyn Side» ne è pieno.