BACKSLIDERS (Throwin' Rocks at the Moon)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  30/01/2004
    

Loro ce l'hanno gią fatta. Tra i protagonisti dell'insurgent country, questi cinque ragazzi della Carolina del Nord, sono arrivati, ed abbastanza velocemente, ad incidere per una major. Il loro debutto adulto, dopo lo splendido EP dal vivo recensito nella rubrica Another Country qualche mese fa, č un toccasana in questo periodo di magra per le majors americane.
I cinque Sliders (Chip Robinson, Stephen Howell, Brad Rice, Danny Kurtz, Jeff Dennis) vengono da Raleigh, Carolina del Nord, un paesino in cui non proliferano di certo band di country progressivo: attorno a loro č un fiorire di band di altro genere, dall'hard rock al grunge, dal rap al trip pop, ma loro, sbattendosene altamente i coglioni, vanno diritti per la propria strada ed hanno trovato la propria via, tramite un suono vigoroso, che deve molto al rock ma anche a Buck Owens, Lefty Frizzell, The Beat Farmers (nei concerti eseguono sempre «Gun sale at the church»), Jason & The Scorchers, Neil Young e Gram Parsons. Parsons č l'anima dominante della band, le cui radici, guardano singolarmente i musicisti che la compongono vanno dall'hard rock (Dennis e Rice), al blues e bluegrass (Howell), al country (Kurtz), al rock in generale (Robinson).
«From Raleigh, North Carolina» č un Ep di circa mezzora che ha suono sudato e vigoroso, in cui country e rock si fondono alla perfezione, in cui c'č l'anima ed il cuore di questa piccola band dai nervi saldi e dai muscoli rodati. Non hanno un sound old style come i BR5-49, ma sono moderni, dannatamente attuali, e coniugano con maestria la tradizione con il moderno.
Per esordire su major hanno scelto, e meglio non potevano fare, Pete Anderson come produttore: ed il vate di Dwigth Yoakam li ha serviti alla perfezione, calando dal proprio cilindro tutto il suo mestiere. Il suono č ruvido, graffiante, corposo ma anche dolce ed avvolgente, con ballate e brani elettrici che si mischiano alla perfezione, con la vecchia tradizione country & western che va a braccetto con rutilanti assoli di chitarra ed una ritmica pronta a spaccare le montagne. Il repertorio, che spesso sembra fuoriuscire dalla tradizione, č totalmente della band, con canzoni possenti e ballate dal passo western e dal sapore acre («Last train»).
Non c'č monotonia in questi solchi, ma solo musica, grande musica, che ha il fascino di quelle terre sconfinate, di quelle praterie a vista d'occhio e, se non sapessimo che vengono dalla Carolina del Nord, stenteremmo a credere che questi ragazzi non sono nati in Texas. Bel disco quindi, con tutti gli elementi per emergere, nell'ambito di un mercato ancora ristretto, ma con forti potenzialitą di espansione. Il loro esordio a Nashville č stato un successo clamoroso, c'era la stampa che contava ed una valanga di fans, che ormai si contano numerosi anche fuori dai ristretti confini della Carolina del Nord.