TOM OVANS (Tombstone Boys Graveyard Girls)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  10/10/2004
    

Voce rauca e cadenza sofferta (come l'ultimo Dylan), groove da folk-rocker e oscurità di fondo: Tom Ovans insomma. Ormai da più di dieci anni sulla scena e con una quantità infinita di miglia sotto le scarpe, il rocker nativo di Boston torna con un nuovo disco. Il nono di questa brillante ed impegnata carriera s'intitola Tombstone Boys, Graveyard Girls, titolo che rimarca l'aspetto triste e depresso del proprio cantautorato.
"Ragazza, non essere così triste/Spesso la verità è tutto quello che abbiamo/Non lasciarti andare, non piangere/Lo so, è tutto una grande grossa bugia": parole sante per canzoni spesso ironiche, taglienti come lame affilatissime. Dall'iniziale Before I'm Dead (testo al limite del blue collar, con quel lui che stacca da tutto per ricordarsi com'era prima di essere morto, prima di essere imprigionato fra ingranaggi della vita), canzone dallo stile simile a quello di Gimme Shelter dei Rolling Stones, fino alla sopraccitata Great Big Lie, passando per Revolution (folk song desertico, con armonica, riverberi elettrici ed un ritornello tutt'altro che raggiante) e per il rock di Standing In The Rain, Tombstone Boys, Graveyard Girls è un disco impegnato che compete solo ai grandi, ai cantautori provinciali tormentati, che guardano alla vita fatua con attento e superbo distacco (proprio come Dylan, il quale spesso finge di vivere fuori da tutto, ma che in fondo…).
Ormai da diverso tempo, dopo la nativa Boston, New York e Nashville, il nostro si è stabilito ad Austin, dove vive di chitarra acustica, di ballate tribolate (Maria e Racine, ultime di una buona serie, sono la quint'essenza di romanticismo e nostalgia. Racine ricorda nello stile la Born In Time di Dylan) e di modesti blues (South To Alabam) da troubadour americano. Esistono musicisti, fare i nomi sarebbe superfluo, che a cinquant'anni vengono riesumati per occasioni mondane o per revival, e altri che rivivono una seconda, brillante primavera artistica.
Ecco, Tom Ovansfa parte di questi ultimi, dei nostri preferiti: una vita sulla strada, ai margini del music business, passata a suonare e a lavorare sodo. Tutti elementi che aumentano le credenziali di questo musicista e del suo nuovo disco. Per finire: "Ragazzi delle lapidi, ragazze dei cimiteri/Troppi problemi a questo mondo".