NADINE (Lit Up from the Inside)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Dovendo scegliere un ipotetico trait d'union tra il Neil Young di Rust never sleeps e gli Uncle Tupelo di No depression, la scelta più appropriata sembrano essere i Nadine, una band di St. Louis il cui nome è probabilmente ispirato dal brano di Chuck Berry, un personaggio che è la sintesi stessa del rock'n'roll. Da Back to my senses, l'album d'esordio, fino al nuovo Lit up from the inside, terzo capitolo della loro storia, i Nadine sembrano ispirarsi tanto alle chitarre elettriche del grande canadese con i fidi Crazy Horse, tanto all'anarchica ed esplosiva miscela di country e punk del gruppo di Tweedy e Farrar.
Formatisi nel '96 la band tenta di colmare il vuoto lasciato dalla disfatta dei Tupelo, diventando a fatica uno dei gruppi di punta della scena alternative country della città del Missouri. Le difficoltà che qualsiasi formazione emergente deve affrontare per affermarsi, causano avvicendamenti nell'organico che accanto al nucleo originale composto da Adam Reichmann canto e chitarra, e Todd Schnitzer batteria, presenta ora l'ex Wagon Steve Rauner, chitarra e tastiere, e l'ex Hazeldine Anne Tkach al basso. Il gruppo alleste un proprio studio di registrazione in un appartamento della città e trova un contratto discografico con la tedesca Glitterhouse.
Come gli Health and Happiness show o gli Slobberbone, i Nadine guidati dalla voce younghiana di Reichmann, propongono un roots rock elettrico e chitarristico, nel quale è facile scorgere agganci con la musica delle radici, ed una sensibilità artistica affine a centinaia di giovani band che abbracciano il verbo Americana. Le composizioni di Lit up from the inside, testimoniano una fervida vena compositiva, districandosi tra evocative ballate elettroacustiche e tra episodi in cui la band preme l'acceleratore elettrico, come nelle energiche e potenti When I was a boy, il crescendo rock End of the night e Just couldn't lie.
Tra le ballate meritano di essere segnalate la splendida Losing track, l'iniziale Without a reply, ottimo gioco di chitarra e tastiere, la distesa Four years long, l'interiore Streets dalla ritmica lenta e delicata, Lead the way e Every one-sided story avvolte in rallentate atmosfere country. Angela infine è un delirio di chitarre elettriche e psichedeliche chiaramente ispirato a Neil Young. Capaci di affascinare con splendide melodie o colpire duro con poderosi riff di chitarra, i Nadinesono senza dubbio una delle band più interessanti dell'attuale panorama alternative country.