Con sette dischi con i
Drivin'n'Cryin', quattro come solista, e solidi legami con i R.E.M. e Lenny Kaye,
Kevn Kinney ha dimostrato, con il tempo, di avere talento, stile e abbastanza elasticità da interpretare tanto il ruolo di rock'n'roller che quello di folksinger. A suo agio in entrambe le situazioni, in
Sun Tangled Angel Revival cerca di farle convivere e nello stesso tempo di ampliarle, cambiando spesso prospettiva e modelli di riferimento. Lo aiutano membri dei Widespread Panic, lo stesso produttore dei Son Volt e dei Drive By Tucker (
David Barbe) e tutto suona molto rock'n'roll e piuttosto interessante, anche se non tutto, in
Sun Tangled Angel Revival funziona alla perfezione. L'inizio è promettente perché
(Welcome To The) Sun Tangled Angel Revival è un vigoroso rock'n'roll vicino a Drivin'n'Cryin', ma anche a certe incursioni chitarristiche dei Dream Syndicate o, stando a casa nostra, dei Cheap Wine. Epica ed elettrica, davvero una grande canzone.
Poi il disco si snoda con una varietà a tratti eccessiva o che, probabilmente,
Kevn Kinney non riesce a governare con la giusta misura: si passa da
Baby I Just Wanna Go Home, una canzone ripresa (persino) dal repertorio del suo primo gruppo nei lontani tempi dell'adolescenza (e infatti suona con lo stesso piglio dei Ramones) ad uno strumentale in odore di Doors,
The Great North Myrtic Beach Pancake Massacre, peraltro piuttosto anonimo. Le novità psichedeliche riappaiono anche nella lunga (oltre sei minuti)
Madman Blues che è hendrixiana fino al midollo, poi
Kevn Kinney torna su argomenti che conosce meglio e più a fondo. Il folksinger che abbiamo imparato a conoscere nello stupendo
McDougal Blues riappare con
In The Land Of Plenty (puro Woody Guthrie style) e con il talking blues che conclude
Sun Tangled Angel Revival, un finale in tono minore e non soltanto per la tonalità in cui è suonata
Epilogue Epitaph In A Minor.
Le intuizioni migliori sono quelle dove
Kevn Kinney riesce a sintetizzare la freschezza delle composizioni con le infuenze sue e dei musicisti che lo seguono: il pop evoluto di
Everything's So Different Now, la frizzante
Fly You Flagh High e gli accenti country & western di
This Train Don't Stop At The Millworks Anymore nonché le già citate rudezze della title-track. Con questo,
Sun Tangled Angel Revival è un disco che suona e il talento di
Kevn Kinney non è in discussione nemmeno per sbaglio, però la varietà di soluzioni porta anche qualche piccola difformità nella qualità delle canzoni e nell'economia generale del disco. Niente di grave (anzi, a confronto con la paccottiglia che c'è in giro potrebbe persino sembrare un capolavoro), ma alla fine resta l'impressione che la magia di
McDougal Blues sia stata, per
Kevn Kinney, un caso del tutto fortuito e forse irripetibile.