WALT WILKINS (Mustang Island)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  16/11/2004
    

Nel segno della migliore tradizione dei texas troubadours si inserisce questa nuova interessante proposta di Walt Wilkins, un nome poco conosciuto dal grande pubblico del country, ma che, come molti altri colleghi, lavora da tempo nelle retrovie. Originario di San Antonio, si è messo in luce come autore conto terzi: trasferitosi nella grande Nashville ha firmato diversi successi per stars quali Ricky Skaggs, Kenny Rogers, Pam Tillis e il giovane talento Pat Green, collaborando anche in numerose colonne sonore sia al cinema che in televisione.
Non faccio fatica a capire perchè l'attività di interprete delle sue composizioni è sempre stata poco remunerativa: evidentemente il suono di Wilkins è troppo tradizionale per essere apprezzato dalle radio più commerciali del settore. E' una musica in cui si respira il Texas e dove si riflettono i pasesaggi della sua terra (oggi vive ad Austin). In fondo basta guardare la copertina, che potrebbe essere il cartellone di un nuovo film western, magari con Kevin Costner alla regia. Mustang Island è il seguito degli altrettanto validi RiverTown e Fire Honey & Angels ed è un disco che non deluderà certamente tutti gli estimatori del classico country-rock made in Texas, con una predilezione per le sfumature più cantautorali.
La voce limpida e le ballate elettro-acustiche di Wilkins mi hanno infatti ricordato personaggi come Lyle Lovett (sentite ad esempio pezzi come Wrapped o la bellissima Where There's Money Comin' In) e soprattutto Kevin Welch (di cui rilegge One Way River): un country morbido, elegante, dove ogni strumento, dalle chitarre di Rick Plant alla steel di Mike Daly ai violini di Tim Lorsch, non suona mai fuori posto.
Cantore del quotidiano, attento ai piccoli dettagli, Wilkins ci fa sapere che le canzoni del nuovo disco sono le più autobiografiche che abbia mai scritto. Per questo motivo forse l'atmosfera si mantiene generalmente molto intima, con una prevalenza di brani lenti, interotti di rado da un country-rock dall'andatura più vivace (Grand Ennui, We've Got All Our Reasons). Tra i passaggi più significativi di Mustang Island vanno segnalati Someone Somewhere Tonight, Long Winter e Tonight I Might, quest'ultima contrassegnata da un pregevolissimo ricamo alla solista di Rick Plant, un tris di ballate che dimostrano tutta la bravura dell'autore.